Newslot3. Dallo Stato poche parole ma chiare e ognuno rifletta di tasca propria proiettandosi nel suo futuro.

(Jamma) – Lo Stato dovrà pertanto tracciare un chiaro distinguo tra gioco come attività commerciale e gioco come servizio da rendere ai cittadini, questa era la questione aperta la settimana scorsa.
Proprio in questo ambito ricade il provvedimento di sostituzione dell’attuale parco apparecchi AWP2 con i “nuovi” apparecchi noti al mercato come AWP3.

Questo è un tema che condizionerà la vita del settore per molti anni a venire, spendere intorno ai 2 miliardi di euro per cambiare il parco apparecchi e, quindi, restare in attività crea molte perplessità agli Operatori.


La differenza tra Commerciante e Imprenditore è una sola. Il commerciante subisce, borbotta e si pone un sacco di domande. L’imprenditore non subisce ma chiede allo Stato le giuste garanzie per l’investimento che gli è richiesto e di conseguenza gli pone le necessarie domande.

 
A fronte di 2 miliardi di spesa il commerciante, che da sempre portato a pensare a male, si pone un sacco di domande.
Sarà forse il prezzo dell’indulgenza da pagare per avere peccato?
Sarà forse una manovra dei produttori di apparecchi che cercano un nuovo business a mie spese?
Sarà forse un tentativo dei concessionari di accorciare la filiera, buttandomi fuori dal mercato?

 

A fronte di 2 miliardi di investimento l’imprenditore, che da sempre è portato a ragionare sul medio/lungo periodo, prima di decidere di restare sul mercato pone allo Stato poche e semplici domande:
Perché Stato non mi lasci maggior margine commerciale nel disegnare il prodotto gioco al fine di renderlo adeguatamente competitivo rispetto all’offerta complessiva del mercato?
Perché Stato non separi chiaramente le mie responsabilità da quelle del Sistema, vedi caso Il Black Slot?
Perché Stato, non accompagni il provvedimento di sostituzione del parco con l’impegno a non cambiare le regole per un determinato numero di anni? Stato, solo con un Tuo impegno specifico posso proteggere l’investimento che sono “costretto” a rischiare (vedi caso VLT).
Perché Stato non accompagni il provvedimento con norme di carattere nazionali che impediscano alle autorità locali di regolamentare autonomamente il settore in ragione di loro specifiche necessità elettorali?

 
In conclusione il commerciante borbotta e spende e l’imprenditore chiede garanzie ed investe, se del caso.

 
Conclusione
Chi desidera stare sul mercato deve farlo consapevolmente e chiedere allo Stato le giuste norme di protezione dell’investimento.
Io Operatore mi assumo il rischio commerciale, tu Stato non mi devi cambiare le regole del gioco, almeno fino a che non sono rientrato di una parte cospicua dell’investimento.
Poche parole ma chiare, ognuno rifletta di tasca propria proiettandosi nel suo futuro.

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