“Il gioco dà i numeri”, editoriale dell’ultima edizione Gnews GMATICA

(Jamma) – “Devo giocare dei numeri….”. Alzi la mano chi non ha mai pensato di tentare la fortuna scommettendo sull’estrazione di numeri, sognati o ragionati che fossero.

Nell’accezione comune, effettivamente, i numeri vengono spesso percepiti come l’essenza del “mondo giochi”; oggi, tuttavia, sembra che questo mondo inizi a “dare i numeri”, vittima di attacchi populistici e oggetto di proposte legislative volte al riordino del settore, ma manifestamente scoordinate, ridondanti e/o prive buon senso.


Il balletto dei numeri (ludopati, compensi degli operatori, concessionari in primis) contribuisce
a determinare un orizzonte incerto, confuso, in cui ogni giorno può accadere tutto ed il contrario di tutto, generando una pericolosa entropia.
Entropia. Caos. Numeri a caso.
Ma quali sono questi numeri “pazzi”?
Vediamone qualcuno.
25. Questa è la percentuale di “sconto” che inizialmente il “Decreto IMU” voleva applicare alle somme dovute dai Concessionari New Slot/VLT per la definizione “agevolata” dell’ormai nota controversia pendente innanzi ai Giudici Contabili per il presunto “danno erariale” cagionato in sede di avvio del regime concessorio.
20. Questa la rimodulazione dello “sconto” proposta in provvedimenti legislativi ravvicinati eppure privi di collegamento funzionale (prima nel DL di rinvio dell’aumento dell’IVA, mai approvato per le note incertezze politiche di inizio autunno, poi nella “Manovrina” per la riduzione del deficit economico e, da ultimo, nel testo della legge di conversione del “Decreto IMU” di recente approvazione).
30, 35, 50. Questi i ritocchi “al rialzo” di detta percentuale, contenuti nei tanti emendamenti
bipartisan che gridano allo “scandalo” per i favori riservati ai “re dell’azzardo”, i quali non solo “lucrano sui denari delle famiglie”, ma “evadono il fisco e rifiutano, ora, di pagarne le conseguenze”.
Alla fine, lo scorso 8 novembre la Corte dei Conti ha definitivamente fissato la percentuale di questa famigerata “sanatoria” al 30% da applicare sull’importo dei 2,5 miliardi di Euro comminati dalla Corte dei Conti nel febbraio 2012.
Decine i provvedimenti regolamentari emanati dagli enti locali che, nell’esigenza di tutelare le economie familiari, pretenderebbero di disciplinare il settore, in barba alla riserva di legge statale vigente in materia di giochi, ma soprattutto alle più comuni regole di esperienza che insegnano come la logica del proibizionismo porterebbe alla proliferazione del gioco illegale, senza regole, spesso favorito da chi ha interesse a riciclare denari di provenienza illecita e che rovina per davvero la salute delle famiglie.
Innumerevoli i progetti di legge presentati “alla spicciolata” da diverse correnti politiche che, sull’onda emotiva sopra descritta, propongono norme spesso condivisibili e, tuttavia, prive di quella organicità che dovrebbe costituirne requisito imprescindibile (ad esempio, la c.d. “Delega Fiscale” nonché il DDL Garavini, ancora in discussione pur nell’imminenza della Legge di Stabilità, che potrebbe nuovamente stravolgere lo scenario regolamentare).
La riflessione più preoccupante che emerge da questa disamina, esemplificativa di numeri e contenuti, riguarda il trend che sta caratterizzando l’autunno più lungo del comparto.
Lo scenario attuale, infatti, presenta note di compulsività tipiche di un sistema instabile che, nel perseguire obiettivi nobili – peraltro pienamente condivisi proprio dai Concessionari di Stato che, per definizione, hanno come mission quella di ricondurre il gioco sotto uno stretto controllo di legalità – finisce, tuttavia, per condurre ad un impianto regolatorio controverso e non adeguato alla pianificazione di attività imprenditoriali complesse.
Ci si interroga, dunque, sulla solidità del settore giochi, così bistrattato eppure così cruciale nella pianificazione finanziaria del paese, e se – nell’ottica di questa girandola di numeri – convenga scommettere sul futuro puntando sull’1, sul 2 o sulla X.

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