Scavone (Gal): “Contro il gioco serve dal Governo il riordino del sistema”

(Jamma) “Il gioco d’azzardo non è consentito per legge; è un reato pensare al gioco d’azzardo. Voglio ricordare – ha dichiarato al Senato il senatore Scavone (Gal) – una volta per tutte la chiusure del casinò di Taormina, che drammaticamente ha trasformato una delle perle del Mediterraneo, facendola decadere per anni in una condizioni di turismo diverso rispetto a quello importante, elitario e controllato che era presente in quella latitudine, mentre nel resto del Paese queste realtà furono mantenute e sopravvivono tuttora, anche nell’argomento all’ordine del giorno di oggi e all’oggetto delle nostre mozioni. Il nostro Paese si caratterizza per l’indecenza di un impegno, di un’attenzione e di uno spazio dato alle forme di gioco d’azzardo che oggi non ha eguali al mondo. Vi sono 400.000 macchinette, oltre 700.000 punti autorizzati dove il gioco viene liberamente condotto.

Ricordo che vi sono stati alcuni tentativi normativi di riordino a tutela della persona. Partiamo tutti dal decreto-legge n. 158 del 2012 (il cosiddetto decreto Balduzzi), che ha previsto a tutela dei cittadini più fragili e più esposti una forma di attenzione e di prevenzione, che però non è stata ancora assolutamente attuata; ciò ci mette veramente nelle condizioni di riflettere.

Credo che questo sia il momento perché l’Assemblea del Senato, tutta insieme, impegni il Governo in un’azione significativa, vera ed importante di riordino del sistema, innanzi tutto sul piano delle autorizzazioni. Nel 2011 era già stato previsto un concerto tra i monopoli di Stato ed il Ministero della salute. Si aspettava un decreto interdirigenziale che normasse, tutelasse e seguisse complessivamente l’evoluzione di questo tragico spaccato che investe la gran parte della popolazione del nostro Paese; tuttavia a tutt’oggi questo decreto-legge non ha avuto luce, nonostante la determinazione del TAR del Lazio il quale ha imposto che si emanasse il decreto, così come previsto dalla norma. Tale decreto, però, è stato differito al 30 giugno di quest’anno e poi addirittura al 31 dicembre 2013. Per tale ragione, ormai non vi è tempo da perdere.

I ragazzi sono assolutamente esposti: oggi un ragazzo su due – come abbiamo ascoltato dai resoconti più significativi prodotti dai vari Gruppi e raccolti in questa discussione – ha avuto a che fare con il gioco d’azzardo; nelle periferie del nostro Paese, e non solo, la disperazione economica e sociale e la difficoltà di un inserimento stabile nel mondo del lavoro inducono questo tipo di popolazione, la più fragile e la più esposta, a rifugiarsi nel gioco, sperando che esso possa essere una soluzione, anche se la più vacua tra tutte, di arricchimento o addirittura di sopravvivenza.

I dati che sono citati e che abbiamo letto sono drammatici. In questo momento, nel nostro Paese vi sono 49 miliardi di operazioni di gioco, dal «Gratta e Vinci» alle slot machine, che rappresentano circa il 56 per cento, e quant’altro; penso a tutti i videoterminali ed ai giochi on line, forti di una normativa che ha consentito, attraverso un sistema delle concessioni a distanza, arricchimenti anche al rischio patologico di società, alcune delle quali non hanno una netta fisionomia. Anche in questo settore, vi è il rischio di riciclaggio di denaro o di infiltrazione malavitosa.

Dunque, – ha concluso – è il momento in cui abbiamo il dovere di dire basta a tutto questo. Vi è la norma che prevede la limitazione della pubblicità, ma forse non basta. Ricordo che nel nostro Paese è impedita la pubblicità per le sigarette; eppure il tabacco determina patologie, danni alla persona e dipendenza di gran lunga inferiori rispetto a quelli del gioco”.

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