I proventi da una attività di gioco d’azzardo illegale restano esenti da Iva esattamente come i proventi da attività legale.

La Corte di Giustizia Tributaria della Basilicata, nella sentenza 199/01/2023, ha equiparato i guadagni a quelli del prestito usurario, esenti in virtù del principio di neutralità e della concorrenza tra settori economici leciti e illeciti.

La sentenza fa seguito al ricorso presentato da una società che opera nel settore del gioco accusata di aver evaso il Prelievo Erariale Unico nell’utilizzo di ‘doppie’ schede installate all’interno di newslot.

A seguito della riscontrata responsabilità la stessa società era stata condannata a versare l’Iva dovuta sulle somme evase, ritenendo non fossero esenti dall’Imposta. I giudici accolto il ricorso dell’operatore specificando che i proventi del gioco illecito sono equiparabili a quelli del prestito usurario.

Alla stessa stregua i proventi non sono assoggettabili ad Iva in virtù del principio di neutralità e della concorrenza tra settori economici leciti e illeciti.

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