Bergamo. Contro il gioco d’azzardo 191 Comuni scrivono a Napolitano e Letta

(Jamma) 181 Comuni bergamaschi, rappresentanti quasi il 90% del territorio, hanno sottoscritto un documento per il contrasto del gioco d’azzardo che è pronto per essere inviato a Roma e Milano. Il Consiglio di rappresentanza e i presidenti delle Assemblee distrettuali dei sindaci dell’Asl di Bergamo spediranno le missive al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio, Enrico Letta, e per conoscenza anche al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

Il testo è suggellato dalle firme di 181 Comuni bergamaschi. «I sindaci bergamaschi hanno risposto in modo massiccio e convinto – commenta Leonio Callioni, presidente del Consiglio di rappresentanza – perché questa è una problematica grave. Ora attendiamo una risposta a livello legislativo».

Obiettivo dell’iniziativa, si legge nella lettera che accompagna il documento, «oltre alla volontà di unirsi per tutelare le proprie comunità, è di sottoporre una serie di richieste ai rappresentanti politici nazionali e regionali nella speranza di ottenere una revisione della normativa vigente che contemplasse e il potere di veto dei sindaci». Il testo espone il quadro del gioco d’azzardo in Italia e in particolare in Lombardia: «Negli ultimi anni tra le cosiddette nuove dipendenze sono aumentate in modo esponenziale quelle legate al gioco d’azzardo, ovvero episodi inizialmente sporadici che sfociano in un vero e proprio disturbo che mette a rischio la vita sociale, familiare, professionale e materiale».

Locali e bar con slot machine, intere sale slot, giochi online, casinò, agenzie di scommesse e lotterie si stanno diffondendo in ogni città e «secondo il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri – cita la lettera – la Lombardia è la regione italiana con la maggiore spesa assoluta per il gioco (circa 14 milioni di euro nel 2012), mentre si posiziona al terzo posto (dopo Abruzzo e Lazio) per quel che concerne la spesa pro capite annuale», tra le province «Bergamo si trova al terzo posto dopo Como».

Per queste ragioni, il Consiglio di rappresentanza e i presidenti delle Assemblee distrettuali dei sindaci dell’Asl di Bergamo hanno steso il documento attraverso il quale si domanda a governo, Parlamento e Regione Lombardia una normativa univoca sul gioco d’azzardo che preveda «l’obbligatorietà di un parere del sindaco prima che venga concessa autorizzazione ad aprire nuove sale da gioco; per l’installazione di macchinette nei locali pubblici» e un «vero e proprio potere di veto in virtù della tutela della salute e del benessere delle proprie comunità».

A ciò si aggiunge il divieto di pubblicità, l’apertura di sale slot in centro a paesi o vicino a istituti scolastici, il divieto all’accesso al gioco ai minori, massicce campagne di informazione relative ai rischi dell’azzardo. Infine, si invoca «il coinvolgimento di tutte le istituzioni preposti alla tutela della salute allo scopo di prendere in carico e curare il problema quando questo si presenta stante le difficoltà di organizzare la riabilitazione dei soggetti patologici».

Tra i principali sostenitori dell’iniziativa, Leonio Callioni, presidente del Consiglio di rappresentanza: «I sindaci bergamaschi hanno risposto in modo massiccio e convinto – dice – perché la ludopatia è un problema grave che colpisce soprattutto le famiglie più fragili. Ci aspettiamo delle prese di posizioni a livello legislativo, dando un chiaro segno di uno Stato che ha preso a carico questa problematica».

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