Dopo la decisione del Tar che ha dato ragione a Regione e Comune di Ravenna, una società del settore giochi che incorpora varie sale, ha presentato appello innanzi al Consiglio di Stato per chiedere di riformare la sentenza emessa a giugno. Materia del contendere, il distanziometro. Per quanto riguarda il ricorso al Tar, il Comune di Ravenna era stato l’unico in Regione – insieme a Modena – a costituirsi in giudizio per autotulelarsi nei confonti della società. Il Tribunale a giugno aveva giudicato “infondate” le argomentazioni delle sale da gioco, confermando la validità “tanto delle delibere regionali quanto dei successivi regolamenti comunali”, che presentano come finalità il “contrasto al dilagante fenomeno della ludopatia” e sono quindi con l’obiettivo di “tutelare al meglio la salute dei cittadini”. A luglio, come detto, la società si è però appellata al Consiglio di Stato contro la sentenza e pochi giorni fa la Giunta ravennate ha scelto di seguire ancora una volta la strada della costituzione in giudizio, al fine di tutelare “l’operato dell’Amministrazione comunale nonchè la sentenza favorevole di primo grado”.

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