FederSerd. Allarme ludopatia, +80% malati gioco in centri di cura nel 2013

(Jamma) Allarme ludopatia in Italia. “Nel 2013 i centri di assistenza che si occupano delle dipendenze hanno registrato un aumento dell’80% del numero dei giocatori d’azzardo che hanno chiesto aiuto. Il più delle volte perché spinti dai familiari, esasperati”. A scattare la fotografia è Pietro D’Egidio, presidente della Federazione italiana degli operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle dipendenze (FederSerd), che all’Adnkronos Salute aggiunge: “Un aumento di questo tipo può essere letto positivamente, perché è un segnale di una maggiore consapevolezza. C’è però da tenere conto che questo dato può anche rappresentare una spia di un forte disagio e di un fenomeno dalle dimensioni sempre più ampie”. D’altronde il fenomeno del gioco d’azzardo – tornato alla ribalta in queste ore per via di un emendamento al decreto per fronteggiare il dissesto finanziario del Comune di Roma, poi rientrato, che avrebbe consentito al governo di ridurre i trasferimenti a Regioni e Comuni che mettono in atto limitazioni a questi giochi – è una questione delicata, che presenta numeri da brivido: secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa (studio Ipsad), in tre anni, dal 2008 al 2011, la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che ha puntato soldi almeno una volta su uno dei tanti giochi presenti sul mercato (Lotto, Supernenalotto, Gratta e vinci, scommesse sportive, poker online, etc.) è passata dal 42% al 47%. Circa 19 milioni di scommettitori, di cui ben 3 a rischio ludopatia. Soprattutto maschi, disoccupati e persone con un basso livello di istruzione.L’indagine, condotta su un campione di 11 mila persone, oltre a scattare una fotografia sul consumo di alcol e droghe, passa ai raggi X l’universo dei giochi d’azzardo. Dall’indagine del Cnr emerge con chiarezza che sebbene i giocatori ‘sociali’, vale a dire quelli senza alcun profilo di rischio, siano la maggioranza, quelli classificabili a basso rischio sono già 2 milioni (11%). Coloro che invece si avviano a sfiorare la dipendenza patologica sono circa 1 milione. Tra gli scommettitori tante donne: 7,5 milioni, pari al 38% di chi ha giocato d’azzardo almeno una volta nel 2011. Erano 5,8 milioni nel 2007. Un gran bel balzo, anche se il salto vero lo fanno le donne over 45. Tra le più mature la platea delle giocatrici che hanno puntato almeno una volta si è infatti raddoppiata, passando in quattro anni dal 20% al 40%. L’identikit del giocatore problematico mostra che sono soprattutto i maschi a finire nella ‘gabbia’ del gioco. Il titolo di studio più frequente è la licenza elementare. Il giocatore ‘tipo’ è disoccupato e se lavora ricopre la mansione di operaio; se invece inquadrato come lavoratore autonomo, ha un contratto precario o è un libero professionista. I luoghi più ‘pericolosi’ sono per gli uomini sale gioco, sale bingo, ma anche in parte il circolo ricreativo, il telefonino e internet. Una presunta solitudine accomuna il giocatore maschio alle giocatrici: sono separati, divorziati o vedevi/e. Le giocatrici ‘tipo’ sono in possesso della licenza di scuola media inferiore; se impiegate rivestono un ruolo di dirigente e hanno un contratto a tempo indeterminato; mentre se lavoratrici autonome sono imprenditrici. Tra le donne impiegate nei trasporti e nelle comunicazioni si rilevano i maggiori rischi: 5,1%.Nel Centro-Sud si gioca di più. Il primato spetta alla Campania (57%), segue la Calabria (55%) e poi Lazio, Sicilia, Puglia e Abruzzo (tutte si attestano su circa il 53%). Le regioni dove invece si gioca di meno rispetto alla media nazionale (47%) sono quelle del Nord: Emilia Romagna in primis (41%), ma anche Trentino Alto Adige (42%), Liguria e Veneto (44%). Nonostante nelle regioni meridionali il gioco d’azzardo sia più diffuso che nel resto della penisola (è il Molise a registrare la percentuale più alta di gambler: 13%), i giocatori con profilo di rischio moderato non sono concentrati solo in queste aree. Dove si gioca di meno, come ad esempio in Friuli Venezia Giulia, la quota di giocatori è assai più sostenuta (8%) in confronto alla media nazionale (5,3%).Il Lotto/Superenalotto insieme al Gratta e vinci/Lotto istantaneo sono tra i giochi nazionalpopolari più scelti in assoluto, con percentuali che vanno dal 75% al 67% nelle regioni del centro-sud e che in pratica si ritrovano, anche se con valori leggermente inferiori, in quelle settentrionali. Sempre al meridione particolarmente diffuse sono anche le scommesse sportive (30% rispettivamente in Campania, Puglia e Basilicata; 24% in Calabria; 20% Sicilia) insieme ad altri giochi con le carte. Nelle regioni nord-occidentali e nord-orientali si osservano prevalenze importanti di giocatori che si dedicano al poker texano e alle macchinette da gioco elettroniche (percentuali oltre il 10% in alcuni casi), ma diffuse sono le scommesse sportive (tra il 17% della Liguria, il 14% della Lombardia e il 10% delle altre). Gli uomini, in generale, sono maggiormente coinvolti da scommesse sportive (47%) e poker texano (45%) mentre le donne giocano di più a gratta e vinci e similari. Il Bar/Tabacchi/pub è il luogo prescelto per giocare alle varie versioni di Lotto e Gratta e vinci (80%). Nel centro-sud, rispetto a quanto accade nel resto del Paese, in molti giocano a casa propria o di amici: dal 21% nelle Marche fino al 30% in Sicilia. Percentuali importanti si registrano anche tra coloro che frequentano le Sale scommesse: dal 15% in Molise al 25% in Basilicata.Anche il tradizionale Casinò continua ad essere un luogo di richiamo per i giocatori (dall’11% in Piemonte/Valle d’Aosta al 21% in Friuli Venezia Giulia). C’è poi un aspetto dell’indagine che apre uno squarcio interessante e significativo sul profilo del giocatore d’azzardo : circa il 6% di chi gioca tende infatti a tenere nascosta l’entità del proprio coinvolgimento. Un atteggiamento, questo, in leggero aumento rispetto al 2008 (5%) per entrambi i generi e tutte le classi d’età. A differenza del giocatore moderato, il gambler consuma più alcol e, soprattutto al test di screening Cage (che misura l’uso problematico di alcol), si rileva un numero maggiori di giocatori problematici (26% contro l’8%). Allo stesso modo il giocatore d’azzardo con profilo patologico incontra più spesso l’abitudine a fare binge drinking (16,5% vs 6%). Si conferma anche il cliché della sigaretta in bocca al giocatore accanito: 47% contro il 26% dei non problematici. Anche fumare hashish o marijuana è più diffuso tra i soggetti con profilo a rischio rispetto al resto degli scommettitori più moderati.

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