“Siamo in procinto del riordino del settore, che come noto è di grosso interesse per la criminalità organizzata. Nel corso degli anni lo Stato ha ridotto i punti di gioco e le regioni hanno operato in modo diverso tra l’una e l’altra per limitare l’azzardo, utilizzando soprattutto i distanziometri, che non sono stati considerati idonei a ridurre la ludopatia. Nell’ambito del riordino dovrebbero rientrare due elementi: la rielaborazione del quadro normativo che oggi è frammentario e la necessità di tutelare salute e sicurezza”.

Lo ha detto Antonio De Donno (nella foto), Procuratore della Repubblica di Brindisi e Presidente dell’Osservatorio dell’Eurispes, intervenendo alla tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”, in corso a Roma presso la “Sala delle Bandiere” g.c. del Parlamento europeo in Italia.

“Tra il 2018 e il 2022 i volumi di gioco sono passati da 106,8 a 136 miliardi di euro. Il gioco online è più che raddoppiato passando da 31,4 a 73,1 miliardi di euro. Nello stesso periodo la spesa nell’online è passata da 1,6 a 3,9 miliardi, quella nella rete fisica è passata da 17,3 a 15,4 miliardi. Nel 2022 il contributo del gioco online è stato di 1 miliardo di euro, quello del gioco fisico di 9,2 miliardi, di cui oltre 6 sono arrivati dagli esercizi generalisti. Nel gioco fisico ci sono 48.950 esercizi generalisti e 4.550 sale specializzate. L’intera filiera del gioco, tenendo conto di tutto l’indotto, dà lavoro in Italia a 140-150mila unità. Dal 2017 al 2022 c’è stata una notevole diminuzione dei punti fisici di gioco. Le uniche ad avere un leggero segno positivo (+1%) sono le ricevitorie di Lotto e 10eLotto”, ha aggiunto De Donno.

“Vi è oggi l’esigenza di una nuova intesa tra Stato, regioni ed enti locali, che coinvolga anche tutti gli stakeholders. Va eliminata la frammentazione territoriale e c’è poi l’esigenza di salvaguardare il gioco fisico, che intercetta il giocatore sociale e non può esser messo in secondo piano. Il presidio del gioco fisico deve rimanere forte. La ludopatia è un problema serio e complesso e va affrontato, quindi occorre innanzitutto migliorare l’offerta sociosanitaria sul territorio. Serve un’informazione diffusa, a partire dalle scuole. Bisogna lavorare per intercettare tempestivamente il giocatore ludopatico, per fare questo non si può che fare leva sugli stessi operatori, che sono coloro che operando in prossimità del giocatore sono quelli più in grado di individuare i sintomi della patologia. Serve una formazione specialistica. Lo si sta già facendo in alcune nomative regionali. Il riequilibrio del gioco passa da una pari considerazione delle varie offerte. Bisogna considerare tutti i tipi di offerta di gioco contestualmente. Non si pò fare prima l’online e poi il fisico”, ha concluso De Donno.

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