“In questi anni il punto di partenza del dibattito, complesso e divisivo sul piano politico, è stato sempre nell’equilibrio che si è cercato con fatica di trovare per evitare gli eccessi: l’eccesso proibizionistico e l’eccesso liberistico. L’obiettivo deve essere quello di ricondurre dentro questo dibattito complesso la percezione del gioco come una delle condizioni normali della vita delle persone. Il settore ha avuto il limite di accettare un terreno di dibattito basato su un equivoco. La ludopatia è la causa o l’effetto? E’ evidente che è l’effetto. Se pravalesse la tesi che è la causa allora saremmo di fronte a una situazione senza soluzione, se non quella del proibizionismo. Chi ha in mente che il gioco è una condizione normale della vita ha bisogno che il settore sia vigile e partecipe. Oggi è molto importante il rapporto tra legalità e illegalità ed è incomprensibile che ci siano a priori atteggiamenti bancari contro il gioco. Dobbiamo continuare a lavorare. Purtroppo siamo ancora fermi al dibattito in Conferenza Unificata di qualche anno fa. Ci possono essere delle articolazioni territoriali, ma devono essere all’interno di un quadro di omogeneizzazione generale. Serve un equilibrio complessivo. In questo senso devo riconoscere che con la legge della Campania si è fatto un notevole passo avanti. Se venisse ripreso l’accordo del 2017 in Conferenza Stato-Regioni non ci sarebbe bisogno di ricominciare da zero, perchè si potrebbe prendere come riferimento il modello della Campania. Bisogna insistere con il Governo centrale affinchè riprenda in mano il dibattito sul gioco. Lo deve fare perchè non è fermo, ha una discussione aperta sull’online, che è un ambito importante da affrontare, ma attenzione perchè la riflessione sul gioco fisico è ancora fondamentale per dettare le regole complessive che sono necessarie. Sarebbe un’incompiuta se si lavorasse solo sull’online, senza intervenire sull’omogeneizzazione territoriale. Qui poi c’è un nodo molto serio, che è quello della concentrazione del settore. Questa è una questione su cui il Governo deve dare un’opinione chiara. Se domani vuole il settore concentrato in quattro aziende lo dica e faccia quello che sta facendo perchè ciò avvenga. Ma non si può non accettare il fatto che questa azione avrà delle conseguenze. Questa è la sfida. Il Governo deve tenere presente che in Italia c’è un settore che ha una specificità imprenditoriale italiana. Anche il settore deve pensare a una propria capacità organizzativa e aggregativa. Se manteniamo una situazione in cui ogni imprenditore se la gioca in proprio temo che sia una battaglia disequilibrata”.

Lo ha detto Pier Paolo Baretta (nella foto), assessore al Bilancio del Comune di Napoli, intervenendo al convegno organizzato dall’Associazione Gestori Scommesse Italia su gioco legale e rispetto delle regole.

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