Marco Dotti (No Slot) su audizione azzardo Regione Lombardia : “Progetto su modello Liguria”

 

(Jamma) Tra i relatori dell’audizione c’era anche Marco Dotti, scrittore e giornalista, esperto di azzardo e anima della prima ora del movimento no slot. La rivista Vita.it ha chiesto a lui di spiegare su cosa sta lavorando il Pirellone.

Oggi c’è stata l’audizione in Regione Lombardia sul tema dei giochi legalizzati, le celebri slot machine. Come è andata?
Ci siamo trovati tutti d’accordo su un punto: qualcosa va fatto e va fatto in fretta. Questo minimo comune denominatore pratico, a mio avviso, può portare a qualcosa di buono. È finito il tempo delle bandierine da mettere su un campo per delimitarne i confini. L’urgenza e la gravità della questione chiamano tutti alle proprie responsabilità. Mi è parso che la Regione non intenda indietreggiare su queste responsabilità. È un buon punto di partenza.

E nel concreto cosa verrà fatto?
Ci siamo trovati a ragionare sul “che cosa” e sul “come”, dando per scontato che il problema non può essere confinato unicamente sul piano sanitario. Il fatto che l’audizione si sia svolta nella Commissione Attività produttive ha rappresentato, da questo punto di vista, un presupposto importante. Il problema – lo diciamo da tempo – ha ricadute sanitarie, ma in quanto conseguenza delle ricadute sociali, economiche, lavorative, relazionali e antropologiche. Serve una legge regionale che non lasci soli sindaci e comunità locali e non consegni alla frustrazione i tantissimi tentativi che, dal basso, stanno cercando di segnalare e/o arginare il problema.

Il modello è quello delle leggi varate dalla Regione Liguria nel 2012?
È sicuramente un buon modello, come confermato anche dal Tar. Un modello già operativo, testato. Migliorabile come tutto e tutti, ma proprio nella logica del “fare” cui accennavo prima dobbiamo guardare all’esperienza di altre amministrazioni regionali per capire le strade da intraprendere e quelle da abbandonare. Ma il piano regionale e del confronto con le comunità resta fondamentale. Si può agire, intendo, anche in assenza di una legge nazionale. Se questa verrà, tanto meglio. Ma non possiamo aspettare. La Liguria si è mossa, la Lombardia lo sta facendo. Emilia Romagna e Toscana anche. Ma che si muova la Lombardia è un dato ancora più importante. Fuori da ogni retorica, ricordiamo che la Lombardia ha quasi dieci milioni di abitanti (uno in più dell’Austria). Questo fatto anche simbolicamente ha la sua rilevanza

È dunque quello Regionale è il piano su cui si gioca la partita oggi…
È uno dei piani, ma strategicamente è forse il più importante. La posta, d’altronde, è alta: si pensi che la Lombardia è la regione italiana con la maggiore spesa assoluta per il gioco: nel 2011 dentro i suoi confini sono stati raccolti 14miliardi di euro. Bisogna essere all’altezza della sfida e porre un argine concreto.

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