Il giorno dopo l’approvazione del decreto legislativo sull’online, “ora, senza indugio, deve portarsi a termine il riordino del territorio: anche la Delega Fiscale ne voleva uno unitario e complessivo per tutto il comparto. E ciò non solo a tutela dell’integrità delle imprese e dei posti di lavoro impegnati nelle filiere del comparto del territorio ma, ancor prima, per la tutela effettiva dell’utente, che si attende un contrasto al Disturbo da gioco d’azzardo coordinato e non settoriale, per il mantenimento dei presidi di legalità sui territori, assicurati per lo più dalla rete generalista del territorio, e per il mantenimento dei livelli di gettito erariale, assicurato in larga parte proprio da quest’ultima”. Lo ha detto l’avvocato Geronimo Cardia (nella foto), presidente di Acadi, intervenendo a un convegno nell’ambito della fiera Enada Primavera 2024 in corso a Rimini.

“Le verticali distributive di gioco sono diverse e sono tanti mondi uno differente dall’altro, anche per le filiere che esprimono. La rete generalista del territorio, quella fatta di bar e tabacchi e che mette a terra le awp, a differenza delle altre reti distributive fisiche è quella che raggiunge 6mila e passa comuni degli 8mila presenti in Italia. Negli anni la domanda di gioco si è spostata, non solo perchè ci hanno messo a casa con la mascherina. Questi spostamenti della domanda di gioco da una verticale distributiva a un’altra rispondono solo a cambiamenti di costume e nuovi desideri o dobbiamo cercare le cause in altri fattori? La risposta è la seconda. Nel tempo i comuni e le regioni hanno deciso che il disturbo da gioco d’azzardo sia legato alle awp, lo dimostra la diffusione capillare dei distanziometri e delle limitazioni di orario. Noi dobbiamo spiegare i disallineamenti normativi che esistono nelle limitazioni che vengono imposte. La Conferenza Stato-Regioni deve prendere coscienza che non si deve più parlare di come contrastare il disturbo di gioco d’azzardo solo per l’uso della awp. Perchè quando elimino le awp dal territorio la gente non smette di giocare, ma andrà in parte a rivolgersi all’illegalità e in parte ad altre tipologie di gioco lecito, come l’online. Il legislatore dovrebbe fare una grande riflessione, lo spostamento della domanda di gioco da un tipo di gioco che ha una fiscalità che porta nelle casse dello Stato il 65%/70% del cassetto ad un gioco che invece porta solo il 20%, comporta a parità di spesa una diminuzione del gettito erariale complessivo, mettendo in discussione il principio contenuto nella delega fiscale che dice che dobbiamo fare la riforma dell’intermo comparto ad invarianza di gettito”, ha concluso Cardia.

Di seguito l’intervento integrale:

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