Astro: parlare col cuore

(Jamma) A fronte di un contesto globale in cui il gioco lecito non riesce ad esprimersi come sistema, viene da pensare che oltre ai problemi di natura “ambientale” (la crisi finanziaria dello Stato, la crisi economica delle imprese, l’antagonismo dei Territori nei confronti di un “gioco legale” non amato), ci sia un problema di linguaggio.

L’industria – riporta una nota dell’associazione Astro – (quella normale, in cui il gioco lecito ha tentato di conglobarsi) si siede con i Sindacati, sospendendo secoli di antagonismo per “guardarsi” negli occhi e prendere atto che “avere a cuore il lavoro” significa avere a cuore tanto i lavoratori quanto chi assume i lavoratori.

Oggi è doveroso censire chi ha “a cuore” il sistema gioco lecito, perché occorre accedere ad un momento di “confronto” che prescinda dalle prerogative di tutela delle individualità. La scomparsa del gioco legale (per come lo conosciamo oggi nella sua completezza di offerta – operatori – filiera – mercato) è obiettivamente dietro l’angolo e senza il ricorso “straordinario” al cuore difficilmente potrà essere gestito l’accerchiamento a cui siamo sottoposti (purtroppo non è più sindrome ma oggettivo fuoco incrociato).

Che risorse può “liberare” il cuore ? Statisticamente enormi, in quanto ad esso si associano “passione”, “animus pugnandi”, rifiuto del fallimento. Per accedere a questo percorso l’industria del gioco lecito deve compiere velocemente tutti i passi preliminari per imporre al sistema di lavorare con forza accentratrice (attualmente invece è centrifuga).

Una serie di esempi possono rendere più agevole la concretezza del progetto.

La contrapposizione tra gestori e concessionari, tra gestori e gestori, tra gestori e punti vendita, tra taluni di questi e l’Amministrazione (e ci si ferma qua solo per non appesantire il periodo) è immanente, e neppure le consistenti e periodiche “tregue” che l’associazionismo organizzato ha saputo tessere con alterna fortuna hanno scalfito “l’idea persistente” della loro esistenza.

Ebbene, nel gioco lecito sono in tanti che preferiscono morire pur di restare fedeli al proprio posizionamento, sono in tanti che equivocano tra “cuore” e “orgoglio”, sono in tanti che non hanno a cuore il gioco lecito (perché in tale sistema ci sono “di passaggio”, e non lo concepiscono come l’unica “cosa” a cui si deve tenere).

Ricorrere al medesimo “cuore” a cui stanno oggi ricorrendo industriali e sindacati significa relegare nel dimenticatoio tutte le questioni sulle quali le contrapposizioni si fondano (dalla più minuscola clausola contrattuale al più rilevante profilo di strategia aziendale), comprendendo che “la barca comune” non può più fare a meno di nessun remo! Senza questa “rivoluzione” non sarà possibile “immettere passione” nel sistema condannandolo all’attuale stato di “glaciale indifferenza” rispetto ai quotidiani sgretolamenti (cambio awp errato, mancanza di sinergia nel contraddittorio politico e istituzionale).

Oggi chi pensa di potersi “salvare” a discapito di altri o nonostante la scomparsa di altri attesta di non comprendere la situazione o comunque di rifiutare l’unica reazione opponibile ad essa, che non può che essere eccezionale, a tratti anche connotata di circoscritta irrazionalità e impulsività, ma comunque tesa a veicolare un messaggio “mai ascoltato prima”.

Se non saremo capaci di essere visti come gente che accantona i numeri di oggi pur di mettere sul tavolo il proprio cuore, stile “all in” , per la salvezza del sistema, la nostra voce sarà sempre udita come un sordido blaterale di presunti miliardari depauperatori di famiglie povere. Cuore significa quindi non temere più le ripercussioni ad una scelta, se tale scelta costituisce il coinvolgimento consapevole di tutti.

Prima o poi ci ricorderemo che sulle nostre spalle grava la responsabilità di decine di migliaia di famiglie di lavoratori, e che anche il legittimo desiderio di traguardare un obiettivo aziendale diventa secondario al cospetto della minaccia di far tracimare l’impresa nel tracollo del sistema.

Cuore significa coraggio, e non buonismo, passione e non isterismo, animo combattente e non irruenza illegale.

Di fronte al cuore il livello si alza e il rispetto si ottiene in virtù della posta messa in gioco.

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