Casinò di Venezia. Locatelli: ‘Privatizzazione, rischio speculazioni’

(Jamma) La privatizzazione del Casinò? «Un rischio che apre la strada a speculazioni immobiliari». È quanto sostiene Marta Locatelli, consigliere comunale del Pdl, che in una lettera al nostro giornale chiede il blocco della vendita della Casa da gioco e auspica chiarezza con una verifica della Corte dei conti. Locatelli si concentra sul cambio di strategia del Comune dal 2012 ad oggi. «Mancano all’appello circa 250 milioni di euro di pagamento immediato oltre a 300 milioni, diluito in 30 anni. Questa diminuzione di valore è stata dal sindaco apparentemente giustificata attraverso una operazione immobiliare a carico del soggetto acquirente». La Locatelli sospetta. «È impensabile», dice, «che l’amministratore delegato, il Cda della Casino Spa e il sindaco, abbiano concepito l’ultima versione strategica, giustificandola come migliorativa se non opportunamente condizionati da un soggetto terzo offerente». E prosegue: «È proprio tale modifica di strategia dell’asta pubblica e di privatizzazione che suscita grandi perplessità e dubbi su una ipotesi di accordo preliminare con i futuri investitori. La recente comunicazione a mezzo stampa dell’a.d. Ravà che comunica l’interesse del gruppo israeliano Queenco palesa maggiormente il rischio». E continua: «Le ragioni di tale rischio derivano dal fatto che il Venezia Calcio con il suo presidente Korablin è stato affiancato di recente da Gabriel Greco, titolare della Zanshin Capital, società israeliana. A questo punto il rischio di convergenza di interessi dell’operazione Casinò e dello sviluppo del progetto del nuovo stadio di Tessera oltre agli alberghi e numerose altre cubature realizzabili, rischia di concretizzarsi in una grande concentrazione di interessi». Ma poi la consigliera Pdl deve ammettere che nei fatti tra le due società israeliane non ci sono collegamenti diretti. La Locatelli chiede tuttavia il blocco dell’asta per la vendita, «immediate dimissioni dell’ad Ravà e lo scioglimento dell’intero Cda e l’intervento della Corte dei Conti al fine di bloccare tutta l’operazione fino a quando non sia stata fatta chiarezza». Immediate le reazioni e le smentite. Vittorio Ravà è deciso: «Non rispondo alla politica ma al sindaco Giorgio Orsoni. Sulla società israeliana, io non ho detto nulla. Non si sono fatti avanti e non ho avuto contatti con alcuno». La Queenco, nel 2005, era andata ad un passo dall’acquisto del casinò a Malta, ora chiuso. Carlo Trevisan, braccio destro di Korablin scaccia ogni dubbio: «Greco ha svolto attività di consulenza per noi fino al settembre 2012 poi la collaborazione si è conclusa e non è mai entrato negli organi societari».

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