Il mercato del gioco cambia e cresce grazie agli immigrati

(Jamma) – L’argomento della settimana Jamma guarda al futuro, al tempo in cui l’antagonismo verso il gioco passerà di moda. Gli antagonisti si ritireranno in ordine sparso quando saranno sazi della visibilità mediatica, oppure quando si presenterà alla cronaca un argomento che possa essere usato meglio del gioco, per esempio il fenomeno dei giovani tatuati, l’ennesimo scandalo politico, l’ennesimo disastro ambientale, oppure l’ultimo disastro finanziario, etc.


L’antagonismo funziona solo quando si riesce a creare la suggestione del disastro, in quel caso gli antagonisti escono dal letargo ed iniziano ad ululare.
Comunque la storia italiana insegna che gli antagonisti hanno sempre perso ed il buon senso della società civile ha sempre vinto.
Quindi mettiamo da parte gli antagonisti e parliamo alle persone di buon senso. Invitiamole a riflettere sulla funzione delle imposte indirette, nella realtà italiana di immense ricchezze che sfuggono alle imposte, e dell’evoluzione multirazziale della società italiana.
Il primo tema da mettere all’ordine del giorno è quello delle imposte erariali che gravano sul gioco. L’imposta indiretta che grava sul gioco è una imposta volontaria e pagata solo da chi partecipa al gioco. Buona parte delle imposte indirette che l’Erario incamera con il gioco, è recupero di gettito fiscale sfuggito alle imposte dirette per via dell’evasione, del sommerso e della microcriminalità. Quindi l’imposta erariale sui giochi non è una imposta a perdere, ma è un correttivo al cattivo comportamento fiscale di tanti italiani.
Il secondo tema da mettere all’ordine del giorno è quello dell’immigrazione. Se guardiamo la realtà è evidente che il principale fenomeno dell’Italia che cambia che è quello degli immigrati, Gli immigrati rappresentano la new entry che ampliano la platea dei consumatori. Immigrati che affrontano difficoltà oggettive per integrarsi socialmente, mentre rispetto ai giochi si integrano immediatamente.
Il fenomeno dell’immigrazione giustifica la crescita del mercato negli ultimi anni: il mercato cresce grazie all’aumento del numero dei consumatori.
È miope pensare che, a fronte dell’attuale crisi economica, il mercato cresca perché è aumentata la propensione al gioco degli “italiani”. Il mercato cresce perché la platea dei consumatori di gioco è aumentata ed è diventata multirazziale.

 
Uno sguardo ai numeri
Statistiche e ricerche mostrano che alla fine del 2012 il numero di immigrati (regolari ed irregolari) con più di 18 anni è stimabile all’intorno delle 7 milioni di teste, e buona parte di queste partecipano al gioco.
I cittadini comunitari immigrati in Italia e che hanno richiesto la carta d’identità italiana sono censiti da ISTAT, gli altri sfuggono ai numeri ufficiali.

 

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Oltre all’ISTAT anche Eurisko ha prodotto una ricerca che analizza i comportamenti d’acquisto di tutti gli immigrati compresi quelli non censiti dall’ISTAT.

 

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Target degli immigrati
Dal punto di vista economico sono circa 200 mila sono gli immigrati che hanno una attività economica propria, una altra parte ha un impiego regolare, ma la gran parte opera nel sommerso, ancora una piccola parte vive d’elemosina, ed infine una piccola parte opera nella microcriminalità.
L’unico elemento che impedisce ad una parte di questo grande esercito multirazziale di giocare è il credo religioso, infatti gli islamici osservanti, circa il 30% del totale degli immigrati, seguono il precetto che vieta la partecipazione al gioco. Dato questo compensato dagli immigrati asiatici, circa il 20% del totale degli immigrati, specialmente cinesi, che presentano una altissima propensione al gioco.
Gli immigrati comprano gioco essenzialmente sul canale terrestre, per il fatto che i giochi distribuiti su questo canale sono tutti anonimi.
Ricchezza dell’insieme degli immigrati
L’insieme degli immigrati non è un insieme ricchissimo, ma comunque ha la necessaria disponibilità economica che gli consente di comprare gioco.
Un ordine di grandezza di quanto vale economicamente l’insieme immigrati lo fornisce il volume delle rimesse all’estero degli immigrati: nel 2012 sono state di 6,8 miliardi di euro in lieve discesa rispetto ai 7,4 miliardi del 2011, anche gli immigrati subiscono la crisi economica del Paese.
Propensione al gioco degli immigrati
Chiunque sia stato, per lavoro o svago, nei Paesi dell’est europeo avrà avuto modo di osservare che le strade delle grandi e delle piccole città sono popolate da una grande quantità di Casino elettronici (ovvero sale specializzate aperte H24 dove si trovano roulette, slot machine e tutte le apparecchiature di gioco elettroniche presenti nei casinò tecnologicamente più avanzati) e da sale di scommesse a marchio britannico. Questo lascia intuire che la propensione al gioco di queste popolazioni è ben più alta di quella degli italiani.
La SISAL aveva percepito questa realtà, tanto che nel passato aveva portato presso i propri punti vendita depliant di istruzioni al gioco del Superenalotto in lingua romena.

Questo esperimento non ha portato a risultati solo perché gli immigrati preferiscono per abitudine, attitudine e necessita giochi immediati quali le AWP ed il Gratta e vinci, giochi che tra l’altro gli garantiscono di mantenere l’anonimato anche in caso di vincita. Il mercato, visto dal basso, indica che esiste un buon mercato per le scommesse sportive tra gli immigrati dell’est europeo, prima fra tutte l’etnia albanese (circa il 10% dell’insieme) che comunque si distingue anche per fornire ottimi clienti alle AWP.
Effetti degli immigrati sul mercato del gioco
La tavola che segue raggruppa tutti i dati che completano l’analisi dell’effetto immigrati sul gioco.

 

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Rapportando il mercato del gioco alla crescita del numero degli immigrati si riscontra che:
nell’anno 2006: il numero degli immigrati per Eurisko era all’intorno dei 2,8 milioni di teste, il mercato del gioco valeva nel suo insieme valeva circa 35 miliardi di raccolta (di cui circa 22 era il mercato d’interesse anche degli immigrati), il mercato delle rimesse all’estero valeva 4,2 miliardi di euro.
nell’anno 2008: il numero degli immigrati per Eurisko era all’intorno dei 3,6 milioni di teste, il mercato del gioco valeva nel suo insieme valeva circa 47 miliardi di raccolta (di cui circa 35 era il mercato d’interesse anche degli immigrati), il mercato delle rimesse all’estero valeva 4,2 miliardi di euro.
nell’anno 2010: il numero degli immigrati era per Eurisko all’intorno dei 5,5 milioni di teste, il mercato del gioco valeva nel suo insieme valeva circa 61 miliardi di raccolta (di cui circa 45 era il mercato d’interesse anche degli immigrati), il mercato delle rimesse all’estero valeva 7 miliardi di euro.
È evidente che il mercato non è cresciuto solo grazie agli immigrati, ma anche dalla crescita del numero degli italiani che giocano.
Da questi numeri emerge che al crescere dei flussi di immigrazione, crescono i giochi come AWP, Gratta e vinci e scommesse sportive, prodotti che sono quelli preferiti dai nuovi arrivati.
Conclusione
IL mercato del gioco si trasforma e cresce per effetto del ricambio generazionale dei partecipanti, per il rapido cambiamento del loro stile di vita, per effetto della situazione economica di un Paese, per effetto la riduzione dei costi della tecnologia e di tanti altri fattori esterni al mercato.
Andando avanti negli anni si riduce sempre di più il tempo del ciclo di vita di un prodotto, e ogni prodotto che muore è rapidamente sostituito da un altro più adatto alle necessità del momento.
Il mercato del gioco si trasforma e cresce a prescindere dall’azione degli antagonisti, quindi:
è inutile perdere preziose energie per rispondere alle provocazioni degli antagonisti.
è inutile nascondersi dietro lo scudo di carta dell’aumento del mercato illegale per contrastare ogni tentativo di normalizzazione del mercato.
Per l’operatore del gioco questo è il momento di cambiare approccio industriale, quindi da questo momento in avanti:
è utile credere maggiormente nelle proprie capacità, mettendo da parte il complesso della vittima
è utile investire in competenze, solo la giusta competenza consente all’operatore del gioco di potersi sedere al tavole delle regole, rispondendo con argomenti costruttivi alla costruzione del nuovo scenario di mercato.
È utile contribuire a formare un associazionismo più competente e meno mediatico, più competente nell’indicare agli associati dove indirizzarsi per restare competitivi

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