Riportiamo di seguito gli ordini del giorno e gli emendamenti alla Delega fiscale, riguardanti il settore giochi, presentati in Commissione Finanze del Senato.

EMENDAMENTI

2.25
GARAVAGLIA, BORGHESI

Al comma 1, lettera c), numero 2), dopo la parola: « micro-tributi », inserire le seguenti: « compresa l’imposta di sugli intrattenimenti di cui al punto 2, Allegato A, al decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 60 ».

ORDINI DEL GIORNO

G/797/12/6
ZAFFINI

Il Senato, in sede di esame del disegno di legge recante Delega al Governo per la riforma fiscale; premesso che: il provvedimento in esame all’articolo 13, delega il Governo ad attuare, uno o più decreti legislativi per il « riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, fermo restando il modello organizzativo dei giochi pubblici fondato sul regime concessorio e autorizzatorio, quale garanzia di tutela della fede, dell’ordine e della sicurezza pubblici, del contemperamento degli interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi, nonché della prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose. »; il riordino di cui in premessa, in base a quanto stabilito al comma 2, lettera h), deve essere tale da garantire il rispetto del criterio direttivo dell’adeguamento delle disposizioni in materia di prelievo erariale sui singoli giochi, assicurando il riequilibrio del prelievo fiscale e distinguendo espressamente quello di natura tributaria, in funzione delle diverse tipologie di gioco pubblico, al fine di armonizzare altresì le percentuali di aggio o compenso riconosciute ai concessionari, ai gestori e agli esercenti, nonché le percentuali destinate a vincita (payout); adeguamento delle disposizioni in materia di obblighi di rendicontazione; certezza del prelievo fiscale per l’intera durata delle concessioni attribuite a seguito di gare pubbliche e previsione di specifici obblighi di investimenti periodici da parte dei concessionari per la sicurezza del gioco e la realizzazione di costanti buone pratiche nella gestione delle concessioni; »; considerato che: in base alla normativa vigente, nella riforma del Titolo V della Costituzione si è voluto dare un contenuto « organizzativo », affidando la tutela della salute alla legislazione concorrente tra Stato e regioni, delineando un sistema caratterizzato da un pluralismo di centri di potere e ampliando il ruolo e le competenze delle autonomie locali (articolo 117 della Costituzione). Le regioni (ivi comprese quelle più virtuose) si sono trovate, soprattutto con la pandemia, sotto lo stress nella gestione concorrente con lo Stato della tutela della salute, a partire dalla disciplina relativa al bilancio, dimostrando così la difficoltà delle regioni stesse di sostenere una dinamica sanitaria ad alto impatto; in base all’attuale assetto del sistema di finanziamento del SSN, le forme di finanziamento delle spese LEP sono rappresentate: da entrate proprie delle aziende del SSN (ticket); dalla fiscalità generale delle regioni (IRAP e addizionale regionale all’IRPEF); dalla compartecipazione delle regioni all’IVA; dalle quote del fondo perequativo; fatte salve le regole costituzionali poste a tutela della salute, l’invecchiamento della popolazione e la modifica delle tecnologie sanitarie, coniugate con una analisi dell’evoluzione storica della spesa sanitaria, porterà inevitabilmente a dover rivedere l’attuale assetto del sistema di finanziamento del SSN, con particolare riferimento alle regole del fabbisogno nazionale sanitario in prospettiva e in relazione ai possibili scenari di riforma del finanziamento della sanità, pensando ad un diverso modello di sviluppo e di cura, dentro una nuova idea di sostenibilità, non soltanto economica; nell’ottica delle dinamiche di crescita della spesa sanitaria e delle possibili politiche necessarie ad individuare nuove forme di finanziamento delle nuove e mutate esigenze di cura e di assistenza, impegna il Governo a prevedere, in sede di attuazione delle deleghe di cui all’articolo 13, un incremento delle risorse destinate al finanziamento del SSN, mediante: 1) un congruo incremento del PREU e/o del prelievo sulle vincite; 2) l’assegnazione di risorse aggiuntive da reperire mediante l’applicazione di una commissione sulle giocate e sulle scommesse, attualmente non soggette al PREU, effettuate con pagamenti elettronici; 3) un aumento dei canoni di concessione, in particolare dei giochi on line, in funzione dei volumi di raccolta delle giocate e delle scommesse.

G/797/13/6
MURELLI

Il Senato, premesso che: il provvedimento in esame delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario, indicando i princìpi e criteri direttivi generali e specifici cui deve attenersi la stessa e stabilendo le modalità di coordinamento con la normativa vigente; in particolare, l’articolo 13 rinvia, genericamente, al riordino delle disposizioni in materia di giochi pubblici in quanto indispensabile per la tutela della fede, dell’ordine e della sicurezza pubblici, per la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, nonché per garantire il regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi; ad oggi l’obbligo di passare per le procedure di omologazione
solo attraverso gli Organismi di verifica identificati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sta sostanzialmente bloccando l’operatività delle
imprese produttrici e/o distributrici degli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro (video giochi, gru, apparecchi meccanici, elettromeccanici, ecc.) di cui all’articolo 110, comma 7 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regio decreto 18 giugno 1931, n. 773);
valutato altresì che: per l’intero comparto, la fase di omologazione può essere superata ammettendo come unico requisito quello dell’autocertificazione, con la quale gli operatori assumono la responsabilità, anche di carattere penale, per le loro dichiarazioni circa la conformità degli apparecchi alle regole tecniche dettate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; dall’introduzione del meccanismo dell’autocertificazione non deriverebbero nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica ai fini della sua attuazione, nell’incontro dello scorso 4 luglio con gli operatori del settore lo stesso Governo ha manifestato l’intenzione di supportare il settore semplificando le procedure amministrative inutili, impegna il Governo a riordinare, secondo criteri di maggiore semplicità e trasparenza senza nuovi o maggiori oneri di finanza pubblica, la disciplina riguardante le procedure per l’importazione, la commercializzazione e l’installazione degli apparecchi di puro intrattenimento senza vincita in denaro, introducendo procedure basate su autocertificazione tecnica, attestante la conformità e il rispetto dei requisiti tecnici previsti.

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