Emilia Romagna, Pollastri ( Pdl) propone Irap maggiorata per i locali con slot. Per la Regione è “troppo complesso”

 

(Jamma) Innalzare l’Irap agli esercizi pubblici che ospitano slot e apparecchi da gioco a vincita per finanziare le associazioni che si occupano del trattamento del gioco patologico. E’ la proposta avanzata in forma di interpellanza dal consigliere della Regione Emilia Romagna Andrea Pollastri (Pdl) e al quale la vicepresidente della Regione Simonetta Saliera ha risposto precisando che “l’impianto normativo necessario a realizzare una simile proposta risulterebbe troppo complesso”.

 

“Pur condividendo gli obiettivi della proposta, l’operazione rischia di essere troppo complessa perché sia realizzabile. Se si restringe il campo ai soggetti che hanno come attività prevalente gioco, lotterie e scommesse, si finisce per aumentare le tasse solo a ricevitorie del lotto e sale bingo, escludendo invece bar e tabaccherie in cui potrebbero essere collocati apparecchi con vincite, ma la cui attività prevalente è un’altra”. Questa la risposta della vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Simonetta Saliera, all’interpellanza presentata all’assemblea legislativa dal consigliere regionale Pdl Andrea Pollastri, che chiedeva l’aumento dell’Irap per gli esercizi pubblici dotati di apparecchi da gioco, non previsto nella legge regionale sul gioco in vigore dallo scorso luglio. “Se al contrario – la vicepresidente – si volesse estendere l’aumento dell’Irap a tutti i locali dotati di slot o videolottery, sarebbe necessario predisporre un apparato normativo di notevole complessità e di ancor più complicata applicazione”. In ogni caso, precisa ancora la vicepresidente, “la gestione degli introiti derivanti in senso ampio dal gioco d’azzardo è riservata all’erario e questo è coerente con una tassazione applicata in modo uniforme sull’intero territorio nazionale”.

Secondo le stime, ad oggi sono circa 10.000 i giocatori ad alto rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo in Emilia Romagna. “Il dato, come nel resto d’Italia, è in forte aumento”, sottolinea Saliera. Nel 2012, in regione si sono rivolti ai Sert 802 persone con problemi di ludopatia (512 nel 2010, 636 nel 2011); in gran parte uomini (80%) abbastanza giovani, “anche se il picco del problema si verifica intorno ai 40 anni”. Almeno un quarto di queste persone ha anche “altre patologie associate” alla dipendenza dal gioco, come uso di sostanze e problemi psichiatrici. Ai Sert si arriva soprattutto in modo autonomo (46%) o su indicazione delle Ausl (19%), meno dietro spinta di familiari e amici (11,8%) o dei medici di base (7,8%).

La Regione, ha poi aggiunto la vicepresidente, ha impegnato risorse per “attivare in ogni Ausl un punto sperimentale di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico, in rete con associazioni del terzo settore”. Attualmente, è in fase di monitoraggio e valutazione il progetto sperimentale Pluto, a Reggio Emilia, “una struttura sanitaria di tipo comunitario residenziale – spiega Saliera- che accoglie per brevi periodi giocatori patologici per un trattamento psicoeducativo intensivo, in collaborazione con le Ausl”. Infine, nel marzo scorso, la Regione ha firmato un protocollo di collaborazione con le associazioni Giocatori anonimi e Gam Anon, che sono “disponibili a portare le proprie testimonianze in iniziative pubbliche dirette alla popolazione generale e ad essere partner attivi del sistema socio-sanitario nel trattamento della dipendenza”.

 

 

 

Di seguito il testo integrale della interpellanza:

 

 

 

 

Premesso che:

 

 

 

·         Nella seduta del 31 luglio 2013 il Consiglio della Provincia autonoma di Trento, nell’ambito della discussione sul Bilancio 2014, ha approvato l’O.d.G. n. 437 inerente il sostegno al volontariato impegnato nella cura e prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo;

 

·         L’atto rileva come, negli ultimi anni, vi sia stato un aumento del capitale giocato e delle richieste d’aiuto, provenienti, per lo più, da persone già in situazioni fragili;

 

·         Parecchi, fra i giocatori patologici o a rischio, sono seguiti già dai SERT o hanno avuto precedenti problemi legati a dipendenza da sostanze (alcool o droghe);

 

·         In altri casi la dipendenza da gioco crea una situazione fallimentare (sia dal punto di vista economico, sia da quello affettivo), che causa emarginazione sociale, sino al gesto estremo del tentativo di suicidio;

 

·         In questo contesto un ruolo importante viene svolto, oltre che dai servizi pubblici, dalle associazioni che si occupano di informazione, prevenzione e sostegno.

 

 

 

Considerato che:

 

 

 

·         Per le argomentazioni citate in premessa l’O.d.G. chiede che venga applicata un’IRAP maggiorata ai pubblici esercizi che ospitano macchinette per il gioco d’azzardo e che l’extragettito venga destinato a sostenere le associazioni impegnate nelle attività di cura e prevenzione della ludopatia.

 

 

 

INTERPELLA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE:

 

 

 

·         Se, nell’ambito delle politiche di contrasto alla ludopatia che la Regione intende mettere in campo, si possa inserire l’innalzamento dell’IRAP agli esercizi pubblici che ospitano macchinette per il gioco d’azzardo;

 

·         Se e come si intenda sostenere le associazioni che svolgono attività volontarie di prevenzione e aiuto ai soggetti afflitti da dipendenza da gioco ed ai loro famigliari.

 

 

 

 

 

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