“Chiedo un occhio di riguardo verso la categoria dei giovani imprenditori che rappresento. Oggi vediamo violato il diritto costituzionale della libera impresa, allo stato attuale ci troviamo infatti in una morsa di vuoti normativi. Non ci sono certezze, non è chiaro se il nostro lavoro può essere fatto o meno, ma tutti sanno che un imprenditore deve avere delle regole. Per me servono più definizioni che norme, perchè non avere definizioni lascia una discrezionalità troppo ampia a chi sanziona. Lavorando all’estero mi sono accorto che lì puoi fare tutto quelo che non è vietato, mentre in Italia è meglio fare solo quello che è espressamente consentito. Chiediamo alla Commissione di valutare la separazione completa degli apparecchi utilizzati commercialmente tutti giorni per gaming ed e-sport da quello che è il comparto 6 e 7 C del Tulps. Calcolate infine che all’interno di questo sistema c’è anche tutto l’indotto generato dai produttori di hardware, che non è indifferente”.

Lo ha detto Alessio Cicolari (nella foto), imprenditore e titolare di Ak Informatica, audito dalle Commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera sulla risoluzione riguardante l’introduzione di una disciplina degli e-sport.

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