“Mi preme ricordare come questo fenomeno sia diverso a seconda che ci occupiamo delle ragazze o dei ragazzi. Infatti, i ragazzi “Hikikomori” sono concentrati e utilizzano il loro tempo maggiormente sui videogiochi, invece, le ragazze riferiscono di passare la maggior parte del loro tempo a dormire. È chiaro che, finora – e forse è qui che tutti noi, questo Governo e questo Parlamento, siamo chiamati a fare uno scatto anche rispetto a un cambio di passo rispetto a questo disturbo. Il fenomeno degli “Hikikomori” è stato esclusivamente gestito come correlato ad altre patologie, quindi ad altri disturbi psichiatrici, come ad esempio la schizofrenia, la depressione e l’ansia sociale. Ecco, oggi, sappiamo che questo disturbo andrebbe diagnosticato in modo diverso, perché non è detto che un ragazzo “Hikikomori” soffra di questi disturbi che ho appena citato e forse il primo passo per risolvere e affrontare questo disturbo naturalmente è quello di conoscerlo”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata Michela Di Biase (PD-IDP), illustrando una mozione sul disagio giovanile di cui è prima firmataria.

Sul tema è intervenuta, tramite un’ulteriore mozione, anche la deputata Susanna Cherchi (M5S), che ha spiegato: “Il ritiro sociale è un fenomeno multidimensionale ed è causato da molti fattori – quali esperienze traumatiche precoci, personalità un po’ introversa, relazioni con i genitori, basso rendimento scolastico – e da contesti socioculturali, tra cui il progresso tecnologico e i cambiamenti del modo di comunicare tra persone dovuti all’avvento di Internet e, da ultimo, anche l’esperienza drammatica della pandemia COVID e il conseguente isolamento forzoso, che può aver aggravato questo fenomeno. Nel rapporto Istisan si evince che tale isolamento sarebbe più frequente nei maschi e si verifica soprattutto durante la pubertà e l’adolescenza. I fattori di rischio più noti sono la presenza di un disturbo psichiatrico, disturbo dello sviluppo, disturbo comportamentale, come l’abuso di Internet e del gioco, oppure legate alla dipendenza da sostanze e contesti psicosociali poveri. (…) Nel documento si analizza il contesto, si definisce il fenomeno e si dà una descrizione delle prime manifestazioni con riferimento all’uso di Internet e dei videogiochi, mettendo l’accento sul fatto che la prevenzione e la rilevazione precoce siano gli unici modi per arginare il fenomeno”.

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