“I membri del Betting & Gaming Council (BGC) si sono impegnati a versare 100 milioni di sterline in quattro anni per finanziare i servizi di ricerca, istruzione e trattamento (RET) per aiutare a prevenire i danni legati al gioco d’azzardo e affrontare il gioco d’azzardo problematico, che viene pagato attraverso un esclusivo sistema di prelievo volontario. Sono andati oltre e avranno donato 110 milioni di sterline entro marzo 2024, contribuendo a proteggere il lavoro vitale dei fornitori di RET del terzo settore”. Questo si legge in un comunicato del Betting and Gaming Council che prosegue:
“L’attuale prelievo volontario finanzia una rete indipendente di enti di beneficenza che tratta circa l’85% di tutti i giocatori d’azzardo problematici che ricevono cure in Gran Bretagna. Le donazioni RET vanno solo a enti di beneficenza accreditati dalla Gambling Commission e i membri della BGC non hanno voce in capitolo su come vengono spesi i fondi.
Il BGC sostiene un nuovo prelievo obbligatorio, anzi l’abbiamo proposto al governo prima del Libro bianco. Il nostro settore è stato il principale finanziatore di RET per oltre 20 anni. Tuttavia, riteniamo che dovrebbe applicarsi a tutti gli operatori, compresa la National Lottery, senza pregiudicare le buone cause, che non sono immuni dal fatto che i giocatori problematici giochino d’azzardo con i loro prodotti come gratta e vinci e giochi a vincita istantanea.
Deve anche essere applicato su una scala mobile, con contributi percentuali minori da parte degli operatori terrestri, compresi i negozi di scommesse indipendenti nelle nostre strade principali che hanno faticato a riprendersi dopo la pandemia e sostengono costi fissi sproporzionatamente più elevati.
Ci deve essere anche un’adeguata supervisione per garantire che i fondi del prelievo siano distribuiti solo a enti di beneficenza e organizzazioni che forniscono servizi RET autentici per garantire finanziamenti sostenibili a lungo termine, compresa la protezione dei fornitori del terzo settore esistenti che stanno già svolgendo un lavoro vitale e che ora potrebbero essere a rischio”.
