Gli esterovestiti. Di Stefano Sbordoni

(Jamma) La storia dell’emigrazione italiana è costellata di successi. Possiamo vantare imprese ed imprenditori leader nel mondo, così come politici che hanno raggiunto i vertici nei rispettivi paesi di adozione, oltre che sportivi di primo livello in sport che magari sono tipici di quel certo contesto.

Ricordo con affetto un simpatico calabrese che dopo aver fatto per vent’anni il barista in Germania, è tornato al suo paese aprendo un bar in proprio, nel quale nel bene e nel male non traspariva nulla di quella esperienza all’estero.

Ahimè, così è se vi pare: abbiamo tanto sperato che il bookmaker di origine italiana riportasse in patria la sua preziosa esperienza, per dare al settore un respiro internazionale, ma così non è stato.

Come per i più noti politici, come per il barista calabrese, assai spesso l’ostinazione e l’ego travolgono i buoni propositi trasformando in caos o battaglie anche i percorsi semplici. Tanto a rimetterci poi sono sempre gli altri.

Invece di Shakespeare, permettetemi di citare Orazio, che all’operato in Italia del mio contraddittore meglio sembra adattarsi: “Non chiederti mai cosa accadrà domani e considera una conquista ogni giorno in più che il destino ti concede”.

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