Tribunale di Torino: lecita la postazione da gioco promozionale

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(Jamma) – Depositate il 30 maggio 2013 le motivazioni della clamorosa sentenza, con cui il Tribunale di Torino legittima l’uso delle postazioni telematiche da gioco promozionale.


L’imputato era stato chiamato a rispondere di reati connessi alla raccolta di gioco non autorizzato per avere installato presso il proprio esercizio postazioni telematiche che consentivano l’accesso ai cosiddetti promogames gestiti dall’operatore austriaco SIM mobilien gmbh con sede in Villach.
Il Giudice ha ritenuto di non poter accogliere le argomentazioni dell’accusa, basate sulla circostanza che i giochi avrebbero riprodotto poker, baccarat, black jack, roulette, slot machine e che avrebbero così realizzato una sorta di casino non autorizzato ed ha preferito le tesi della Difesa, rappresentata dall’avvocato Marco Ripamonti, con studio in Viterbo e Firenze, che con una memoria difensiva corredata di documenti e relazione tecnica ha dimostrato che i giochi hanno natura promozionale al fine di incoraggiare la vendita dei prodotti on line, in sintonia con la Direttiva 31/2000 CE.
Il giudice, condividendo e ritenendo lecita tale natura dei giochi, praticabili, così dice la sentenza, anche mediante personal computer privati, ha assolto l’imputato.
L’avv.Marco Ripamonti, richiesto anche di un commento ulteriore alla pronuncia resa dalla Corte di Cassazione sui totem, ha affermato: “La sentenza del Tribunale di Torino e’ giusta ed equa. In zona Torino la Questura ha effettuato numerosi sequestri di postazioni internet connesse al sito SIM Mobilien ed AAMS ha sempre sostenuto la linea dell’illiceita’ di tale formula di gioco. Nel caso trattato dal Tribunale di Torino venivano contestati, nel capo di imputazione, proprio reati connessi all’art.17 del Tulps, quindi il presupposto del capo di imputazione stesso era il medesimo dei sequestri amministrativi. La differenza e ‘ che, però, il Tribunale penale ha affermato la piena liceità’ di tale formula di gioco, come anche diversi altri Tribunali, tra cui Bologna, Fermo, Frosinone, Prato, Pistoia, Parma. C’è’ da chiedersi, ora, come sia giustificabile continuare da parte dell’amministrazione a sottoporre a sequestri detti apparecchi, senza rischiare di dover risarcire i danni. Indubbiamente, si tratta di una sentenza che può’ certamente porsi in relazione con la recente pronuncia della Cassazione riguardante la liceità’ nei PDC delle postazioni di gioco. Situazione, questa, che potrebbe esporre l’amministrazione ad azioni giudiziali in sede civile da parte dei concessionari che, sulla base di relative indicazioni della stessa AAMS, si trovarono a dover rimuovere dette postazioni dai PDC. Del resto e’ stato proprio il Tribunale del Riesame di Perugia, con l’ordinanza confermata in Cassazione, ad affermare l’irrazionalita’ della linea interpretativa e restrittiva di AAMS, del tutto incoerente con gli investimenti attuati dai detti concessionari al fine della raccolta del gioco in line, che proprio perché’ tale non poteva subire le limitazioni disposte in corso d’opera dal Monopolio. Non sarebbe la prima volta che un operatore andasse a chiedere con successo di venire risarcito per via di scelte ingiuste ed erronee disposte da AAMS, come la storia del gaming insegna sia in tema di apparecchi da intrattenimento, sia in materia di oscuramento dei siti trasfrontalieri, come accadde nel famoso caso Astrabet, allorché’ il Tribunale di Roma, almeno nella prima fase cautelare, ordino’ proprio il deoscuramento del sito”.

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