“Abbiamo visto le criticità del comparto, tra cui la mancanza di norme, oggi è quindi evidente quanto sia importante regolamentare l’intero settore in maniera uniforme. Gli esports, è giusto ricordarlo, stanno avendo una crescita consolidata, anche dal punto di vista occupazionale, e infatti ci sono tanti attori che scendono in campo. Dobbiamo dare una qualificazione a questi soggetti. Non dobbiamo pensare all’esport come a uno sport, ci sono tante differenze dagli sport tradizionali. Il lavoro e-sportivo necessita di una tipizzazione, dobbiamo creargli un contratto tipico che abbia le caratteristiche proprie del settore. Ben vengano le imprese e-sportive, anche qui va creata un’impresa ad hoc che possa operare con regole certe nell’ambito di questo sitema”.

Lo ha detto Manuela Magistro (Studio Legale Lexant) intervenendo al convegno “Criticità e potenzialità degli Esports in Italia: proposte per lo sviluppo del settore” presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto a Roma.

Andrea Mileto (Studio Legale Lexant) ha aggiunto: “In primo luogo la particolarità della prestazione del gamer deve essere focus per un eventuale inquadramento giuslavoristico. Parliamo di una prestazione lavorativa particolare rispetto a tutte le altre. Noi siamo l’unico studio in Italia che ha investito direttamente in un team di esport, ma non abbiamo come obiettivo primario quello di competere. Pochissime realtà sono organizzate sotto forma di impresa nel settore degli esports. Oggi bisogna mettere a disposizione del mercato i propri contenuti formativi e promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione sui rischi connessi a salute, doping, cybercrimes, e-sport betting, privacy e tutela dei dati. Per noi l’esport è un’occasione per: comunicare i valori propri dello sport tradizionale cui questo tende, tra cui lealtà, probità, correttezza, ecc.; comunicare ai giovani, allineandoli sui pericoli derivanti dall’utilizzo eccessivo dei videogame, dai reati che si possono compiere attraverso l’online, sui pericoli derivanti dal betting e dal doping; comunicare altri valori importanti, come la sostenibilità; favorire l’integrazione e l’inclusione in quanto rappresentano un mondo che non ha confini territoriali, che include anche persone disabili o con difficoltà motorie”.

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