“Faccio questo mestiere da circa 20 anni e sono specializzato nel gaming. L’esports nel mondo cuba circa 1,4 miliardi di dollari (dati 2022) e si presume che nel 2025 si raggiungerà la cifra spaventosa di 1,8 miliardi. L’Italia oggi cuba circa 45 milioni, stiamo quindi parlando solo della punta dell’iceberg. Purtroppo dal punto di vista degli investimenti statali l’Italia è sempre molto indietro. Probabilmente perchè l’esport viene relegato a un gioco poco importante dove non c’è business. La realtà è però ben diversa. Fare impresa in Italia oggi è pericoloso, l’anno scorso c’è stata la vicenda lan-gate a dimostrarlo. Sono state attaccate piccole realtà italiane e si sono persi posti di lavoro. La situazione al momento continua a essere ibrida. Capisco il lavoro di ADM, ma il problema è che l’Agenzia decide in un modo e i comuni decidono se recepire o meno quanto stabilito da ADM. La documentazione che serve per essere avallati è complessa e costosa e in alcuni casi, come a Milano, non è praticamente ottenibile. La situazione è complicata e in Italia si sta bloccando un settore che in tutta Europa è in crescita stellare. Non si può pensare che lo Stato resti indietro, bisogna legiferare velocemente e semplificare”.
Lo ha detto l’imprenditore Alexander Marfia, CEO di Drako.it, intervenendo al convegno “Criticità e potenzialità degli Esports in Italia: proposte per lo sviluppo del settore” presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto a Roma.
“Siamo il secondo Paese europeo per fan di esports, dietro la Spagna. Come investimenti privati e statali siamo invece all’ultimo posto. Mentre noi restiamo fermi, il resto d’Europa va avanti. L’ingresso di aziende estere nel mercato dell’esport italiano può comportare alcune problematiche, specialmente per le imprese locali che potrebbero trovarsi in difficoltà a competere con aziende straniere che possono beneficiare di un maggiore supporto fiscale e di una burocrazia più snella. Inoltre, le leggi italiane potrebbero rappresentare un’ulteriore sfida per le imprese italiane, limitando le opportunità di crescita e di sviluppo. Ad esempio, la mancanza di regolamentazioni chiare e omogenee a livello nazionale potrebbe rendere difficile per le imprese italiane accedere a finanziamenti e a risorse pubbliche, ostacolando così la loro crescita. Inoltre, la complessità delle procedure burocratiche e la lentezza della giustizia potrebbero limitare la competitività delle imprese italiane rispetto alle aziende estere. Per fare impresa in Italia servirebbe un aiuto da parte dello Stato, auspico che ci sia un lavoro in tandem tra le istituzioni e gli imprenditori per fare un lavoro sano e legale. Dovete darci la possibilità di lavorare in modo tranquillo, anche perchè parliamo di un settore in grandissima crescita che può portare guadagni per tutti. Volevo infine annunciare che insieme ad Alessio Cicolari di AK Informatica abbiamo fondato un’associazione di settore che si chiama AIEG, che si occuperà di promuovere l’esport in Italia e di aiutare le sale lan italiane nel percorso burocratico ma anche nell’inclusione e nella socializzazione delle nuove generazioni. L’associazione rappresenta un’importante opportunità per lo sviluppo dell’esport in Italia. Attraverso la promozione dell’attività e l’organizzazione di eventi e tornei, l’associazione potrebbe aiutare a far conoscere l’esport come un’attività professionale e un business in rapida crescita, aumentando così la sua popolarità e il suo potenziale di crescita”, ha concluso Marfia.