“Dopo tanti anni di attesa, finalmente il riordino del gioco pubblico è entrato nella testa della politica. Al centro in questo momento c’è la questione territoriale che richiede tempi più lunghi. E’ tempo di mettere ordine alle norme che si sono succedute dal 2010, distanze e orari ad esempio, affrontando il problema consapevolmente”. E’ quanto ha dichiarato Geronimo Cardia (nella foto), presidente di ACADI (Associazione dei concessionari del gioco pubblico), durante il suo intervento alla Tavola Rotonda “La questione territoriale: alla ricerca di un equilibrio sostenibile”, all’Italian Gaming Expo attualmente in corso a Roma. 

“Va compreso che il Disturbo da Gioco d’Azzardo deve essere approcciato con una visione globale e non settoriale, non solo quindi su determinate tipologie di gioco ma su tutte. Non tenere conto di questa visione significa non rendere un buon servizio all’utente. L’obiettivo è tutelare l’utente non da UN gioco ma DAI giochi e consentire l piena soddisfazione di tutti gli interessi pubblici (penso al gettito erariale, ai presidi di legalità), per scongiurare effetti indesiderati di ulteriori dannosi spostamenti della domanda di gioco tra giochi pubblici. La necessità è una definitiva soluzione equilibrata, sostenibile, coordinata e omogenea sul territorio”, ha concluso Cardia, autore del libro “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali”, pubblicato da Giappichelli e appena uscito in libreria. 

A proposito del suo libro, Cardia ha così commentato: “In questo momento così delicato, in cui regolare in un modo o in un altro le diverse questioni significa incidere non solo sugli interessi privati degli operatori ma ancor prima sugli interessi pubblici, il libro fornisce gli strumenti necessari per affrontare consapevolmente la stagione del riordino del comparto tutt’ora in corso. In primo piano ci sono gli interessi pubblici che presuppongono l’esistenza ordinata ed efficace del comparto: tutela dell’utente, legalità, gettito erariale, impresa e occupazione, senza dimenticare equilibrio tra concessioni, stabilità di sistema”. 

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