Merano. Approccio soft del comune contro le slot, ma i Verdi spingono per l’applicazione della legge provinciale

(Jamma) Sarà, forse, perché ancora sogna l’apertura di un casinò ma Merano in materia di contrasto alle slot-machine ha adottato finora una linea prudente. Con sanzioni agli esercizi che violano le disposizioni legislative in materia ma nessuna minaccia di chiusura dopo tre multe, come accade invece da mesi a Bolzano. Due pesi e due misure a nemmeno trenta chilometri di distanza.

«La realtà – sottolinea il vicesindaco Giorgio Balzarini – è che abbiamo puntato molto sulla prevenzione, coinvolgendo soprattutto i ragazzi, protagonisti anche a teatro. L’obiettivo è quello di creare una cultura diversa anche in materia di contrasto al gioco d’azzardo». Già ma è proprio per quest’approccio «soft» che la giunta meranese è finita nel mirino dell’opposizione e dei Verdi in particolare.

«L’attività fatta a livello di prevenzione – sottolinea la capogruppo degli ambientalisti Cristina Kury – è lodevole. Queste misure, peraltro, non possono in alcun modo sostituire il rispetto della legge provinciale in vigore. L’articolo 5 bis della legge 13/92 vieta espressamente la presenza delle macchinette in un raggio di 300 metri dai luoghi sensibili». E questo vale per edifici scolastici, centri giovanili e strutture socio-sanitarie. «La legge 58/88 prevede inoltre la possibilità da parte del sindaco di far rimuovere le macchinette nelle zone suddette». Ecco perché nell’interrogazione presentata i Verdi chiedono il numero degli esercizi presenti nelle zone sensibili, in quanti casi il Comune abbia già provveduto a far allontare le slot-machine e quanti esercenti siano stati invitati a privarsi delle macchinette.

E poi la domanda forse più impegnativa e vincolante. «Entro quale data il Comune – conclude la Kury – intende far rispettare pienamente le prescrizioni imposte dalla legge provinciale, compreso l’allontanamento delle macchinette dalle zone sensibili?».

E, pur senza entrare nel dettaglio, il vicesindaco Giorgio Balzarini, che finora ha seguito passo per passo l’evolversi della vicenda su scala provinciale, ieri ha fornito una prima risposta: «Manca ancora, allo stato attuale, una sentenza chiara e definitiva da parte dei giudici amministrativi e noi intendiamo rimetterci a quella». A breve, tra l’altro, potrebbe essere chiamato a pronunciarsi il Consiglio di Stato. Alcuni baristi bolzanini, non convinti della sentenza del Tar, intendono andare fino in fondo per far valere le loro ragioni.

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