Casinò di Venezia. Approvato piano di privatizzazione, Orsoni soddisfatto

 

(Jamma) Ostruzionismo fino a notte. Pdl, Lega e Cinquestelle hanno presentato ieri 280 emendamenti, quasi tutti destinati alla bocciatura, sulla delibera per la privatizzazione del Casinò di Venezia. Un provvedimento contestato duramente dal Pdl e dal Movimento di Grillo, che lo definisce «illegittimo». «Casa da Gioco ai privati? È una svendita che impoverisce il bene pubblico», recitano i volantini distribuiti anche ieri dal capogruppo Michele Zuin. «Noi non vogliamo che questa delibera passi», ha detto in aula, «certo la maggioranza se vuole ha gli strumenti per farlo, può porre la fiducia e annullare tutti gli emendamenti. Ma se ne deve assumere tutta la responsabilità». Alla fine è passato l’emaxiemendamento predisposto dal sindaco Giorgio Orsoni e che recepisce numerose osservazioni presentate dalle due commissioni (la seconda e l’ottava). La proposta al voto è stata leggermente modificata rispetto a quella iniziale. Ma i termini complessivi – e l’equilibrio di bilancio – sono rimasti invariati. La base d’asta per la vendita del settore giochi è stata fissata in 14 milioni di euro per i primi due anni. Per gli anni successivi il Comune dovrà incassare il 10 per cento degli introiti del nuovo Casinò, con un minimo di 11 milioni di euro, rivalutati ogni anno secondo l’indice Istat. Dal settimo anno in poi fino alla scadenza (trent’anni) i privati dovranno corrispondere al Comune il 5 per cento della differenza, se positiva, tra i ricavi del gioco e i 140 milioni. Al Comune spetterà anche un canone annuo di 539.200 euro, pari all’attuale tassa di concessione governativa e 40 milioni di euro per l’acquisto della nuova società del palazzo del Casinò del Lido, da adibire ad usi culturali. Infine, in base al protocollo firmato dall’amministrazione con tutte le sigle sindacali della Casa da Gioco (ad eccezione di Usb) è stata introdotta una garanzia anche per gli attuali lavoratori dipendenti della Spa. Che non potranno essere licenziati dalla nuova gestione anche se sarà inevitabile la rilettura dei loro contratti di settore. Dopo l’approvazione del piano da parte del Viminale si potrà dare il via al bando di gara.

 

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