Spagna. Entrate da giochi e lotterie per scongiurare squilibri finanziari, ma i conti non tornano

 

(Jamma) Il governo spagnolo ha trasmesso alla Commissione Europea il piano di stabilità per il triennio 2013-2016 contenente tutte le riforme necessarie a scongiurare rischi finanziari. Il programma prevede una serie di interventi in materia fiscale, di pensioni e liberalizzazioni attraverso le quali garantire l’uscita del Paese dalla grave crisi. La Spagna e Bruxelles dovranno monitorale attentamente queste riforme di carattere economico e in particolare i loro effetti dal punto di vista finanziario. La Commissione ha formalmente chiesto a Madrid di effettuare tagli alla spesa pubblica e garantire condizioni di libero mercato. Ma il programma di riforme, così come ha previsto il governo spagnolo, andrà ad interessare anche il settore dei giochi e delle scommesse. Nell’anno in corso è previsto un piano di controllo fiscale che prevede un National Bureau of International Taxation attraverso il quale controllare il settore e-commerce. Il piano si occuperà anche di imposte sulla raccolta di gioco e lotta alle attività ‘sommerse’. Si parla di almeno 17.000 ispezioni e di una particolare attenzione alle attività di gioco online. Tra gli interventi previsti anche misure di ampliamento della base imponibile e la creazione di una tassa speciale per i premi alla lotteria. Si parla infatti di una imposta del 20% sulle vincite da introdurre sulla base di una norma approvata a fine 2012 specificatamente su misure di tassazione per consolidare le finanze pubbliche e rafforzare l’attività economica. Il governo conta di poter introitare in questo modo almeno 825 milioni di euro nel corso dell’anno. Nel primo trimestre del 2013, secondo quanto riportato dal Ministero delle Finanze, le imposte sule attività di gioco hanno garantito allo Stato entrate per 27.593.000 euro e 61 milioni dalla imposta sulle vincite. Ma qualcosa , a dire il vero, non torna. A febbraio il Ministero ha riferito che le imposte sul gioco ammontavano a 27.585.000 euro. Se così fosse al governo centrale, in un mese, sono arrivati poco più di 8.000 euro!. Un fatto questo che non è passato inosservato agli operatori dell’industria del gioco che da tempo chiedono al governo di impegnarsi in una normativa di settore di carattere nazionale. Attualmente, infatti, il gioco in Spagna viene normato attraverso una serie di leggi di carattere regionale e le entrate, in molti casi, restano appannaggio delle Regioni autonome.

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