Virginio Merola (PD-IDP), come annunciato nei giorni scorsi, ha espresso il proprio voto contrario sulla proposta di parere allo Schema di decreto sul riordino dei giochi espressa ieri, 21 febbraio, dalla Commissione Finanze della Camera. La proposta di parere contrario è espressione di tutto il gruppo, sottolineando alcune criticità del provvedimento.

Anzitutto Merola ha rilevato che lo schema di decreto si concentra in particolare sui giochi « a distanza », tralasciando l’intervento sul gioco « fisico »; non affrontare la riforma del gioco « fisico » rischia di far perdere al sistema la visione d’insieme, la coerenza e la certezza delle regole, che appaiono fondamentali per il funzionamento del settore. Secondo le stime sul comparto del gioco online – come rilevato nel corso delle audizioni –, la raccolta derivante da tale attività ha superato nel corso del 2023 gli 85 miliardi di euro. Sommata alla raccolta fisica, le stime indicano una cifra complessiva che sfiora i 150 miliardi.

Sotto il profilo della tutela di salute pubblica, ritiene necessario mantenere il settore del gioco d’azzardo nel perimetro dell’Istituto superiore di sanità, stante l’alta percentuale di persone definibili «giocatori problematici » che si concentrano, in prevalenza, nelle regioni del Mezzogiorno. Al riguardo, ha evidenziato che sarebbe stato opportuno sottoporre lo schema di decreto anche ad altre Commissioni parlamentari competenti in materia di tutela della salute pubblica.

Ha evidenziato poi alcuni profili problematici relativi alla disciplina dell’attività dei punti vendita ricariche (PVR), la cui rete è cresciuta capillarmente durante la pandemia fino ad arrivare all’attuale volume di circa 50.000 esercizi. Ritiene che la possibilità di alimentare il conto di gioco tramite denaro contante – ancorché con i presidi posti dallo schema in esame, quali la soglia mensile di ricarica – ponga un problema concreto di aggirabilità dei limiti di legge; si ritiene dunque necessario escludere del tutto la possibilità di ricarica in contanti, sia per agevolare i controlli da parte delle autorità, sia per tutelare gli interessi dell’erario.

Sempre con riferimento ai PVR rileva poi che, per creare condizioni di mercato realmente competitive, è necessario prevedere una procedura di gara pubblica, parallela o integrata a quella già prevista per le concessioni a distanza, che escluda in ogni caso la concentrazione degli stessi tra pochi operatori. Ricorda che l’articolo 14 dello schema istituisce una Consulta permanente dei giochi pubblici, evidenziando tuttavia che tale iniziativa celerebbe la volontà di opacizzare la rilevanza del tema come problema di sanità pubblica. Ricorda che dal 2016 opera un organismo consultivo del Ministro della salute, ovvero l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza. Ritiene necessario ripristinare la governance primaria del Ministero della salute in tale ambito, evitando la duplicazione di organismi.

Con riferimento al gioco d’azzardo online, rammenta che esso rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica e il benessere dei cittadini. Come emerso anche nel corso delle audizioni, appare necessario contrastare tale fenomeno, anche attraverso il coinvolgimento della Polizia postale, mediante il potenziamento di misure di prevenzione, cura e riabilitazione. Rileva inoltre che le maggiori entrate erariali andrebbero valutate con specifica attenzione e commisurazione ai costi sanitari e sociali che ricadono sulla collettività. Reputa pertanto urgente prevedere l’incremento delle risorse del Fondo per il gioco d’azzardo patologico – GAP per gli anni a venire.

Infine rileva che l’articolo 24 dello schema postula un successivo provvedimento, in forza dell’atto delegato, che individui « le norme statali di rango primario e secondario, nonché le disposizioni statali di natura amministrativa generale, che sono o restano abrogate in ragione della loro incompatibilità con quelle del presente decreto ». Ritiene tale disposizione palesemente illegittima, poiché introduce surrettiziamente princìpi di delega non espressamente presenti all’articolo 15 della legge n. 111 del 2023, da attuare con un ulteriore decreto legislativo; inoltre, a suo avviso tale norma rischia di compromettere competenze e attribuzioni – quali salute e sicurezza pubblica – non modificabili se non con legge costituzionale.

Di seguito il resoconto dettagliato della seduta della Commissione Finanze di ieri, contenente la proposta di parere del relatore approvata dalla Commissione e le proposte alternative di parere formulate dal gruppo PD e dal gruppo M5S, risultate precluse:

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