Giorgetti (Sottosegretario Economia) dopo vicenda norma regioni anti-slot: “Adesso necessario intervenire con norme , ma nessuno vuole farlo”

 

(Jamma) Alberto Giorgetti, deputato veronese del Nuovo centrodestra, è il sottosegretario all’Economia che ha la delega ai giochi. Una delega di cui – dice – avrebbe fatto volentieri a meno, visto che gli porta un sacco di grane e lo addita all’opinione pubblica come il «lobbysta della slot machine». Giorgetti – che già aveva rimesso la delega quando la Lega era riuscita a far passare una moratoria sulle licenze per nuove sale slot (il ministro Saccomanni gli aveva poi confermato la fiducia) – spiega in una intervista al Corriere Veneto che il suo unico intento non è difendere le imprese del settore, quanto far quadrare i conti dello Stato. Anche attraverso quell’emendamento, di cui si è molto discusso e che ora sarà ritirato, che avrebbe penalizzato, in termini di trasferimenti, le amministrazioni locali «virtuose» i cui regolamenti pongono freni al gioco d’azzardo legale.
Onorevole Giorgetti, si è scatenato un putiferio su questo emendamento. Perché lo avete sostenuto?
«È molto semplice. Ho portato un problema di ordine tecnico. Ci sono leggi regionali e norme locali che incentivano più o meno fiscalmente i locali che non utilizzano slot, oppure pongono limiti di varia natura. Un universo vario che determina conflitti tra la normativa nazionale e quelle di natura ordinistica locale: noi abbiamo concessioni che sono state assegnate sulla base di gare pubbliche, a fronte di un versamento economico da parte dei concessionari che poi non possono esercitare pienamente a causa dei vincoli sul territorio».
E quindi i comuni devono pagare il conto?
«È un emendamento che era necessario presentare: c’è un buco che si aggira attorna ai 200 milioni, che potrà raggiungere anche un miliardo, nei confronti nel gioco legale».
Ma com’è possibile quantificare i mancati introiti dei gestori derivanti dalle ordinanze dei sindaci?
«È possibile. Se ad un operatore è impedito installarsi in una zona che ritiene redditizia, oppure si va a limitare gli orari, i suoi ricavi previsti calano».
I comuni però devono fare i conti con gli effetti del gioco, a partire dalla ludopatia.
«I sindaci hanno le loro ragioni, bisognerà trovare una mediazione. Ora l’emendamento sarà tolto,mail problema resta. Per una questione di sensibilità politica, si rinvierà questo confronto in sede delega fiscale, dove affronteremo anche i temi della prevenzione della ludopatia e dei fenomeni patologici».
Cosa risponde a chi, come Matteo Renzi, ha definito «allucinante» l’emendamento che punisce i comuni virtuosi sulle slot?
«Renzi fa la sua battaglia, anche perché è un sindaco che ha introdotto certi vincoli alle slot. Ripeto, il problema c’è e va affrontato. Dobbiamo capire, però, che ogni intervento che limita il gioco legale favorisce l’illegalità. Purtroppo, sono uno dei pochi che dice queste cose, perché sono impopolari. Ma quando abbiamo iniziato a fare la normativa nel 2003, c’erano dai 600 agli 800 mila apparecchi illegali in Italia, i cosiddetti video-poker».
Come vi muoverete adesso?
«Deve prevalere un ragionamento ampio, che coinvolga il governo nella sua collegialità, non solo il ministero dell’Economia: penso al ministero della Salute, a quello degli affari regionali. C’è un lavoro a più mani da fare, solo che nessuno vuol farlo. Ma non è un argomento che possiamo evitare di affrontare solo perché ne siamo schifati, tanto più se gli italiani hanno una grande propensione al gioco».
Siete disponibili a cambiare le normative in materia?
«Abbiamo la migliore nordativa al mondo, che non a caso ci viene copiata. Chi la osteggia, come Valdegamberi (consigliere regionale, ndr) deve spiegare che se si elimina il gioco legale, crescerà il gioco illegale, favorendo la criminilatà organizzata. Per non parlare delle risorse che verrebbero meno».
Di quanti soldi stiamo parlando?
«Circa 8,5 miliardi di tassazione diretta, più tutte le imposte indirette: si superano tranquillamente i venti miliardi. Ciò detto, noi siamo pronti a ridurre di un terzo le macchine, togliendole dalla immediata disponibilità dei locali pubblici, spostandole in ambienti dove i giocatori dovranno essere più controllati e responsabilizzati. Ma il rischio è che, limitando l’offerta legale, torni quella illegale. È una libera scelta, quella che abbiamo di fronte. Io credo sarebbe un doppio danno».

Articolo precedenteDl Salva-Roma. Nanni, necessario regolamentare fenomeno slot
Articolo successivoLetta: “L’emendamento al dl salva Roma è stato un errore” (VIDEO)