Giochi. Corte Conti boccia misure governo Monti, non affidabile utilizzo proventi da comparto giochi

Verini (Pd). Un pdl contro l’evasione fiscale e per una gestione più trasparente dei giochi pubblici

 

(Jamma) Rinvio a provvedimenti secondari; emendamenti privi di relazione tecnica; coperture non affidabili; uso improprio dei fondi di Tesoreria: la Corte dei Conti boccia i provvedimenti del governo Monti dell’ultimo quadrimestre 2012, legge di bilancio e legge di sviluppo incluse. Sulle coperture evidenzia l’ “impiego in modo improprio di fondi tesoreria” e l’utilizzazione di proventi di giochi e accise dal gettito “non affidabile”. La legge di stabilità poi “non realizza la manovra”.

Nel particolare: il frequente rinvio a provvedimenti secondari di attuazione. Continue variazioni di leggi anche recenti, con riflessi sull’attendibilità delle stime circa gli effetti finanziari recati dalle norme. Approvazione di emendamenti privi della relazione tecnica o per i quali la relazione tecnica risulta essere stata vistata negativamente dal ministero dell’Economia. Utilizzazione a fini di copertura di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli idrocarburi, il cui gettito è calante e le cui stime appaiono per conseguenza non affidabili e l’impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire oneri di bilancio.

 

Per la Corte dei Conti le norme messe sotto accusa è, in particolare, quella che amplia le tipologie ammesse per gli apparecchi per il gioco lecito senza vincite in denaro. Si tratta della disposizione in base alla quale vengono autorizzate le redemption. “Il Ministero dell’economia – spiegano i giudici- ha fatto presente che sarebbe stata opportuna una relazione tecnica che avesse suffragato l’implicita ipotesi di assenza di variazioni negative di gettito oppure comunque avesse riportato una quantificazione complessiva degli effetti” .

Si segnala poi la norma in base al quale a decorrere dal 1° gennaio 2013 la misura del prelievo erariale unico (PREU) sugli apparecchi c.d. videolottery è fissata al 5 per cento dell’ammontare delle somme giocate. Il maggior gettito atteso è stato stimato in 130 milioni annui, ipotizzando una raccolta pari a 26 miliardi di euro. “ La cifra rischia di sopravalutare l’effetto “netto” della manovra, nel senso che la stima riflette un approccio “coeteris paribus”, senza tenere conto di fenomeni di “sostituzione”, nei quali lo sviluppo di un settore del mercato dei giochi si accompagna alla contrazione di altri. In particolare, va tenuto comunque conto delle diverse redditività dei singoli giochi, la quale può variare dal 50 per cento al 5 per cento, con la conseguenza che gli effetti attesi andrebbero correlati ad una verifica analitica dell’andamento dei singoli giochi.

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