“Ci troviamo di fronte a una manifestazione di un’attività che si può dividere in tre aspetti. Da una parte ci sono i publisher, dall’altra bisogna scindere gli sport di simulazione di sport veri e propri dal gaming puro. Per quanto riguarda i publisher c’è un aspetto puramente commerciale e qui c’è una disciplina sostanzialmente già esistente. In merito ai pro player abbiamo invece due possibilità, da una parte abbiamo la possibilità di consentire ai pro player che si occupano di simulazione sportiva di entrare a far parte dell’ordinamento sportivo, con tutte le tutele previste e i vantaggi fiscali che ne conseguono. L’altro aspetto riguarda invece il gaming vero e proprio, qui i giocatori non possono essere ricondotti a un’attività sportiva, perchè il sistema sportivo non è ancora abbastanza maturo. Quindi bisogna capire se inquadrare questi pro player come lavoratori sportivi. Riguardo alla mozione presentata da Caso (M5S) e altri onorevoli mi colpisce un po’ la proposta di creare una lega e-sportiva, sia perchè non è il legislatore italiano che può crearla, sia perchè il Coni sta andando in un’altra direzione, affidando a ciascuna federazione che ha una disciplina sportiva specifica il proprio sport elettronico”.

Lo ha detto Biagio Giancola, socio amministratore dello studio legale Martinelli Rogolino Giancola, audito dalle Commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera sulla risoluzione riguardante l’introduzione di una disciplina degli e-sport.

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