La Delega Fiscale e la possibile riforma del settore dei giochi pubblici fa la sua comparsa alla vigilia di quello che è sempre stato l’appuntamento chiave per gli operatori del settore dell’apparecchio da intrattenimento prima e del gaming in generale poi: l’Enada di Rimini.

La politica insomma protagonista, anche se non direttamente, di una manifestazione il cui centro di interesse dovrebbe essere il business e il futuro delle imprese.

Ma come ormai succede da tempo la stessa politica che da qui ai prossimi due mesi, più o meno, dovrà delineare gli interventi che porteranno ad una riforma del gioco pubblico, è anche la causa dei malumori della maggior parte delle imprese.

Dalle prime informazioni il Governo ha convocato già da domani i sindacati a Palazzo Chigi per un incontro sullo schema di delega fiscale. Nella mattinata di mercoledì sono stati invece convocati associazioni di categoria e ordini professionali. Il Governo sarà rappresentato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, dal Vice Ministro, Maurizio Leo e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Oggi è prevista la convocazione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, a seguire Cofsal Unsa, Confintesa, Usb e Cisal. Mercoledì toccherà a Confindustria, Abi, Confapi, Confimi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cia, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Federterziario, Confeservizi, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri. A seguire altri tra cui il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Confprofessioni, Assoprofessioni, A.N.T.I. (Tributaristi Italiani).

Non possiamo non pensare che, vista l’attenzione dimostrare nel dedicare uno dei 21 capitoli al gioco pubblico, non tocchi presto alle maggiori rappresentanze esprimersi su quella che oggi è solo una prima bozza di proposte.

E il gioco pubblico? Arriverà il suo momento, rassicura qualcuno, e non mancherà la possibilità di correggere il tiro. La prima impressione, sentendo gli umori degli operatori e le prime impressioni su quello che dovrebbe essere lo strumento chiave della riforma, è che i tempi saranno lunghi e le proposte molto meno risolutive di quanto si possa pensare.

Le questioni da affrontare sono, purtroppo, note e da troppo tempo sul tavolo della politica. Sono cambiati i governi, sono passate legislature e purtroppo persino la possibilità che le soluzioni prospettate in questi anni possano davvero funzionare. Il mercato subisce ogni ogni importanti cambiamenti. Se per il legislatore una riorganizzazione del sistema di distribuzione dell’offerta o una tipologia di apparecchio da gioco poteva essere funzionale rispetto alla realizzazione di certe aspettative solo un anno fa, dobbiamo chiederci se oggi lo sarebbero realmente.

Quello che appare in tutta la sua evidenza, e la manifestazione di Rimini lo dimostra, è che il mercato del gaming italiano resta sempre più isolato.

Alle indubbie capacità e alle potenzialità di aziende capaci e sicuramente all’avanguardia si contrappone una visione del settore anacronistica e ingiustificata. Alla voglia di sperimentare e di affrontare sfide la consapevolezza che non può bastare il coraggio e che il legislatore deve fare la sua parte. Sarà la volta buona? Tutti speriamo di sì.

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