Dal PD una mozione in materia di gioco che impegna il Governo su 16 punti

Lumia (Pd) : “Elevare standard di accreditamento dei concessionari e imposte su attività di gioco”

 

(Jamma) E’ stata presentata questa mattina da alcuni senatori del PD, primo firmatario Lumia (nella foto), una mozione che impegna il governo su 16 punti. I senatori chiedono di  elevare gli standard di accreditamento dei concessionari ed il sistema dei controlli sulla loro identità societaria, sull’origine dei loro patrimoni e sui loro flussi finanziari; di  introdurre, per quanto riguarda la tracciabilità del denaro, il conto dedicato ed il registro delle scommesse e dei concorsi pronostici; introdurre il divieto di partecipare a gare e procedure per il rilascio di concessioni in materia di giochi da parte delle persone fisiche e giuridiche condannate per reati gravi estendendo inoltre tale preclusione anche a parenti ed affini entro il terzo grado; a stabilire per società fiduciarie, fondi di investimento e trust l’obbligo di dichiarare l’identità del soggetto mandante, nonché a garantire che l’inosservanza di tale obbligo comporti il divieto di partecipazione a procedure di evidenza pubblica per l’ottenimento delle concessioni; ad equiparare agli operatori legali le compagnie estere che esercitano in Italia senza licenza; ad istituire presso tutte le Procure della Repubblica strutture e reparti investigativi specializzati per la repressione delle attività criminali connesse al mercato dei giochi; ad inasprire le pene per tutti i reati relativi al mercato dei giochi; a vietare la pubblicità dei giochi sui mezzi di comunicazione e sui mezzi di informazione; ad innalzare l’Iva sui giochi on line dallo 0,6 per cento al 21 per cento; a provvedere al più presto all’adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza; ad istituire un “Fondo per la prevenzione e per la cura del gioco d’azzardo patologico”, da alimentare attraverso l’applicazione di una tassazione aggiuntiva sui redditi realizzati dai concessionari e le vincite dei giocatori; a dare maggiori poteri di intervento ai sindaci; a istituire, nel campo dei giochi on line, meccanismi in grado di verificare la maggiore età del giocatore per l’accesso al gioco; a realizzare adeguate campagne di sensibilizzazione contro il GAP; a finanziare programmi di informazione e sensibilizzazione sull’uso responsabile del denaro e sui rischi collegati al gioco d’azzardo; infine a promuovere presso le competenti istituzioni dell’Unione europea, attraverso ogni idonea iniziativa, l’introduzione di una normativa comune relativa al mercato dei giochi, al fine di armonizzare le normative dei Paesi membri. Di seguito il testo integrale della mozione che verrà discussa questa mattina – Il Senato, considerato che: in questi ultimi anni il mercato dei giochi nel nostro Paese è cresciuto a livelli esponenziali. Non c’è angolo delle nostre città dove non siano sorti game point ad una velocità e una frequenza assai preoccupante, ed il web è popolato da migliaia di siti che offrono la possibilità di giocare comodamente da casa; il crescente interesse nel settore dei giochi è testimoniato dagli investimenti pubblicitari sostenuti dai concessionari, che, come si legge nel report realizzato da “Avviso pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie)”, solo nei primi 6 mesi del 2012 hanno speso più di 70 milioni di euro; l’universo del mercato dei giochi offre una sempre più variegata e sofisticata tipologia di attrazioni: dalle tradizionali slot machine, alle scommesse, ai giochi on line, solo per citarne alcune; il fenomeno ha assunto una rilevanza molto preoccupante sul piano economico, sociale e criminale, sia per l’enorme volume d’affari, sia per le dipendenze che il gioco comporta su centinaia di migliaia di cittadini, sia per le infiltrazioni delle mafie in questo settore; il fatturato del mercato dei giochi in Italia nel 2012 si aggira sui 90 miliardi di euro, una cifra pari al 4 per cento del Pil nazionale. Se si volesse fare una graduatoria delle imprese italiane in base al fatturato, l’ipotetica “Gioco d’azzardo SpA” sarebbe la terza impresa dopo l’Eni e l’Enel. L’Italia detiene, poi, il primato assoluto nel settore delle lotterie istantanee, con il– 51 – mercato più grande al mondo. I “Gratta e vinci” sono entrati ormai a pieno titolo nel consumo giornaliero di milioni di italiani, tanto da spingere l’Istat ad introdurlo nel paniere del consumo con il quale si calcola l’inflazione; la ricaduta che lo Stato ha in termini di entrate fiscali è minima. Basti pensare che su 80 miliardi di euro di fatturato, nel 2011 l’erario ha i incassato solo 9 miliardi di euro. Tutto questo grazie ad una discutibile tassazione agevolata. L’Iva sui giochi di ultima generazione, come quelli on line, è dello 0,6 per cento: una percentuale da rivedere con estrema urgenza, se si pensa che sui beni di prima necessità, come il pane e la pasta, l’Iva applicata è del 4 per cento; se si analizzano gli effetti più squisitamente sociali del mercato dei giochi, ci si rende conto dell’estrema pericolosità del fenomeno. Le stime dicono che nel nostro Paese c’è un bacino di giocatori di 30 milioni di persone, di cui 2 milioni a rischio dipendenza e 800.000 giocatori patologici, una cifra doppia a quella dei tossicodipendenti presenti in Italia. Altro dato allarmante riguarda il numero di minorenni, circa 500.000, che sono soliti giocare d’azzardo; molti giocatori cadono nella spirale del “gioco d’azzardo patologico” (GAP), una patologia che coinvolge soggetti appartenenti a tutte le categorie sociali, da quelle più abbienti a quelle più povere, da quelle più istruite a quelle con un livello di istruzione basso. Si tratta di una grave forma di dipendenza, al pari delle dipendenze da sostanze, che suscita nel soggetto la necessità imperante di giocare fino a provocare degli stati di astinenza da gioco, con pesanti ripercussioni sia sulla sua vita che su quella della sua famiglia; pertanto i Servizi per le dipendenze devono essere messi nelle condizioni, attraverso l’attribuzione di idonee risorse, di prendere in carico, dal punto di vista sia sanitario che psico-sociale, i giocatori patologici e le loro famiglie, con le stesse metodologie e strumenti che utilizzano per la presa in carico degli alcol/tossicodipendenti (compresa la certificazione di dipendenza, l’eventuale assistenza residenziale e la possibilità per i detenuti dipendenti da gioco d’azzardo patologico di accedere alle misure alternative alla carcerazione); l’estrema facilità di accesso ai giochi d’azzardo e l’enorme presenza di pubblicità sui mezzi di informazione e di comunicazione, spesso con formule ingannevoli, contribuiscono ad aumentare il rischio. Slogan come “Ti piace vincere facile?” o “Avanti il prossimo milionario” sono chiaramente ingannevoli. Le cause che spingono molti giocatori a diventare dei giocatori di azzardo patologici sono molteplici e spesso si associano al altri fattori economici e sociali, nonché ad altre forme di dipendenza; considerato inoltre che: già nel 1980 l’Organizzazione mondiale della sanità riconosceva il GAP come forma di dipendenza e invitava il nostro Paese ad inserirlo nei livelli essenziali di assistenza (Lea).  Solo 30 anni più tardi il legislatore italiano ha introdotto la dipendenza da gioco nei Lea con il decreto-legge n. 158 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012, cosiddetto decreto Balduzzi. Tuttavia tale provvedimento è rimasto lettera morta a causa della mancanza di risorse stanziate per mettere in piedi un sistema sociosanitario di assistenza dedicato al problema; l’articolo 5, commi 1 e 2, del decreto Balduzzi, recante “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, stabilisce che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 31 dicembre 2012, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e con il parere delle Commissioni parlamentari competenti, si provveda ad aggiornare i Lea con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia, “intesa come patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita in denaro, così come definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (G.A.P.)”; l’articolo 7, comma 8, relativo al divieto di ingresso ai minorenni “nelle aree destinate al gioco con vincite di denaro interne alle sale bingo, nonché nelle aeree ovvero nelle sale in cui sono installati i videoterminali” e “nei punti vendita in cui si esercita come attività principale quella di scommesse su eventi sportivi”, prevede che il Ministero dell’economia, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, emani un “decreto per la progressiva introduzione obbligatoria di idonee soluzioni tecniche volte a bloccare automaticamente l’accesso dei minori ai giochi, nonché volte ad avvertire automaticamente il giocatore dei pericoli di dipendenza dal gioco”; ad oggi, non sono stati adottati né il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull’aggiornamento dei Lea con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia, né il decreto del Ministero dell’economia; rilevato che: nonostante lo Stato si sia impegnato in una regolamentazione del settore dei giochi, il mercato illegale gestito dalla criminalità organizzata ha continuato a sopravvivere e a crescere. Si stima, infatti, che quest’ultimo abbia raggiunto un fatturato di circa 10 miliardi di euro. Inoltre, la crescita esponenziale del mercato dei giochi ha aperto nuove frontiere per gli affari della criminalità organizzata, che ne hanno subito fiutato le enormi potenzialità economiche. In particolare per le mafie il mercato dei giochi rappresenta una ghiottissima opportunità per introiti cospicui, per controllare il territorio e per riciclare il denaro sporco; la mancanza di una normativa europea comune, inoltre, consente alle organizzazioni criminali e ai gruppi di affari che operano nel settore dei giochi di altri Paesi di inserirsi nel mercato italiano ed eludere, attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie, gli standard ed i controlli previsti dalla nostra normativa. Da questo punto di vista ogni Paese è molto vulnerabile fin quando penserà di affrontare il problema in maniera autonoma ed indipendente; le numerose inchieste realizzate in questi anni dalla magistratura e dalle forze dell’ordine in tutta Italia hanno svelato una ricca presenza criminale nel settore dei giochi da parte di tutte le organizzazioni mafiose italiane (Cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra, Sacra corona unita) e di quelle straniere, basti pensare alle più famose inchieste che hanno riguardato il settore delle scommesse nel mondo del calcio. Secondo il rapporto realizzato da “Libera”, sono circa 50 i clan con interessi diretti e indiretti; tra i più pericolosi ricordiamo i Casalesi, i Santapaola, i Condello e i Lo Piccolo; le ricadute negative sul sistema economico e produttivo nazionale sono preoccupanti perché il gioco d’azzardo sottrae un’enorme quantità di risorse al mercato e all’economia sana e produttiva che con quelle risorse potrebbe, invece, crescere e creare nuova ricchezza ed occupazione; rilevato infine che: lo Stato ha demandato alle Regioni il compito di far fronte alla spesa sanitaria per le dipendenze da gioco, ma le Regioni e gli enti locali in mancanza di risorse non sono nelle condizioni di finanziare tali servizi. Inoltre, gli unici interventi da parte dello Stato sul fronte della prevenzione sono le campagne di sensibilizzazione, a giudizio dei proponenti discutibili, da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli; allo scopo di garantire parte della copertura alle misure per la soppressione dell’Imu, l’art. 14 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici”, stabilisce tra l’altro che, al fine di chiudere il contenzioso aperto con i concessionari di giochi pubblici per il mancato versamento di quanto dovuto all’erario, garantendo altresì un’entrata certa ed in tempi ravvicinati, i procedimenti aperti possano essere definiti attraverso il pagamento in misura ridotta delle sanzioni; considerato che tale misura può determinare un indebolimento degli effetti di deterrenza delle sanzioni, essa dovrebbe essere considerata eccezionale e rende in ogni caso necessario verificare la possibilità di coperture alternative al decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102; sono stati presentati al Senato, da parte di membri del Gruppo PD, vari disegni di legge in materia di regolamentazione del gioco, di contrasto al gioco d’azzardo e per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico; è necessario dunque procedere con estrema sollecitudine all’esame di tali testi, accelerandone l’iter al fine di giungere alla loro approvazione in tempi ristretti, impegna il Governo: 1) ad elevare gli standard di accreditamento dei concessionari ed il sistema dei controlli sulla loro identità societaria, sull’origine dei loro patrimoni e sui loro flussi finanziari attraverso un sistema di tracciamento dei movimenti finanziari in entrata ed in uscita, al fine di evitare la presenza di infiltrazioni mafiose e di riciclaggio di denaro sporco; 2) ad introdurre, per quanto riguarda la tracciabilità del denaro, il conto dedicato ed il registro delle scommesse e dei concorsi pronostici dove annotare gli importi della raccolta delle giocate delle vincite e della relativa differenza, nonché l’abbassamento delle soglie per le segnalazioni previste dalla normativa sull’antiriciclaggio; 3) ad introdurre il divieto di partecipare a gare e procedure per il rilascio di concessioni in materia di giochi da parte delle persone fisiche e giuridiche condannate per reati gravi anche in via non definitiva, estendendo inoltre tale preclusione anche a parenti ed affini entro il terzo grado; 4) a stabilire per società fiduciarie, fondi di investimento e trust che detengono partecipazioni al capitale o al patrimonio di società concessionarie di giochi pubblici l’obbligo di dichiarare l’identità del soggetto mandante, nonché a garantire che l’inosservanza di tale obbligo comporti il divieto di partecipazione a procedure di evidenza pubblica per l’ottenimento delle concessioni; 5) ad equiparare agli operatori legali le compagnie estere che esercitano in Italia senza licenza, assoggettando al controllo e agli obblighi statuali tutti i soggetti del mercato, comprendendo anche le società estere con capitale azionario anonimo e i gestori esteri che operano sul territorio italiano; 6) ad istituire presso tutte le Procure della Repubblica strutture e reparti investigativi specializzati per la repressione delle attività criminali connesse al mercato dei giochi; 7) ad inasprire le pene per tutti i reati relativi al mercato dei giochi; 8) a vietare la pubblicità dei giochi d’azzardo e dei giochi di fortuna sui mezzi di comunicazione e sui mezzi di informazione, nonché a prevedere l’obbligo, da parte dei concessionari, di inserire nei loro prodotti e servizi, come è stato fatto per il fumo, messaggi di avvertimento sui rischi da dipendenza che può generare il gioco; 9) ad innalzare l’Iva sui giochi on line dallo 0,6 per cento al 21 per cento, alla stregua di qualsiasi prodotto commerciale che non sia di prima necessità, destinando prioritariamente le risorse derivanti da tale innalzamento alle misure per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico ed eventualmente garantire con quota delle medesime risorse parte della copertura del provvedimento relativo alla soppressione dell’Imu; 10) a provvedere al più presto all’adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da gioco d’azzardo patologico garantendo loro le medesime prestazioni previste per gli alcol/tossicodipendenti (compresa la certificazione di dipendenza, l’eventuale assistenza residenziale e l’accesso alle misure alternative per i detenuti dipendenti da gioco d’azzardo patologico), e del decreto del Ministero dell’economia per la progressiva introduzione obbligatoria di idonee soluzioni tecniche volte a bloccare automaticamente l’accesso dei minori ai giochi con vincite di denaro, nonché volte ad avvertire automaticamente il giocatore dei pericoli di dipendenza dal gioco, già previsti dal decreto-legge n. 158 del 2012 e non ancora adottati; 11) ad istituire un “Fondo per la prevenzione e per la cura del gioco d’azzardo patologico”, da alimentare attraverso l’applicazione di una tassazione aggiuntiva sui redditi realizzati dai concessionari e le vincite dei giocatori, in modo tale da mettere le Regioni, gli enti locali, le strutture del sistema sanitario e i soggetti del terzo settore nelle condizioni di realizzare le attività di prevenzione e cura del GAP; 12) a dare maggiori poteri di intervento ai sindaci sulle autorizzazioni in deroga alla normativa sulla liberalizzazione delle attività e degli esercizi commerciali a tutela dei cittadini, ed in particolare a prevedere il divieto di aprire nuove sale giochi nei pressi di “luoghi socialmente sensibili” come le scuole, le strutture sportive, eccetera, e in rapporto alla densità di apparecchi di gioco per residenti; 13) a istituire, nel campo dei giochi on line, meccanismi in grado di verificare la maggiore età del giocatore per l’accesso al gioco; 14) a realizzare adeguate campagne di sensibilizzazione contro il GAP; 15) a finanziare programmi di informazione e sensibilizzazione sull’uso responsabile del denaro e sui rischi collegati al gioco d’azzardo da realizzare nelle scuole e con il coinvolgimento delle famiglie al fine di aiutarle nell’attività educativa; 16) a promuovere presso le competenti istituzioni dell’Unione europea, attraverso ogni idonea iniziativa, l’introduzione di una normativa comune relativa al mercato dei giochi, al fine di armonizzare le normative dei Paesi membri.

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