La stampa italiana ha dedicato un ampio spazio alla riforma dei campionati al vaglio della FIGC che impatterebbe sulla Serie B. Il numero di squadre delle prime due leghe non sarebbe toccato, mentre dovrebbero essere ridotte a 40 (20 in meno) quelle partecipanti alla C. La Lega B, inoltre, avrebbe un controllo molto più stretto sulla categoria inferiore.

Due sarebbero i grandi cambiamenti che riguardano la cadetteria. Innanzitutto un dimezzamento del paracadute post-retrocessione, ma anche una profonda modifica dei playoff. Col nuovo sistema proposto da Deloitte, in un report redatto in queste settimane e consegnato da Gravina al Governo, le prime due andrebbero in Serie A esattamente come adesso, mentre terza e quarta si giocherebbero l’opportunità con 18a e 17a classificata nel massimo campionato.

È un piano poderoso, scandito da 52 pagine, e ha lo scopo dichiarato di risanare l’attuale scenario economico-finanziario del settore che denuncia a fronte di un impatto indiretto sul pil italiano di 11,1 miliardi, contributi fiscali e previdenziali versati per 1,3 miliardi e un fatturato diretto aggregato di 5 miliardi, debiti complessivi per 5 miliardi.

“La questione più urgente è la revisione dei requisiti economico-finanziari, in un campionato dove spesso si gioca coi conti truccati. La promessa è “criteri più stringenti” per l’iscrizione: bisogna vedere se la Figc avrà il coraggio di mantenerla, specie applicando subi- to le novità, con solo una stagione di transizione”.  Controlli COVISOC raddoppiati (da due a quattro ogni anno) e nei quali saranno inclusi anche i budget. E non soltanto l’indice di liquidità come parametro per il patrimonio netto, ora dovrà essere per forza positivo.

Ultimi, ma non ultimi, i giovani. Previsto l’aumento di giocatori cresciuti nel proprio vivaio, dai 4 attuali a 8

Poi c’è anche il piano politico a cui dare risalto:
“In materia di interventi legislativi, il piano prevede l’abolizione del divieto di pubblicità delle agenzie di scommesse e l’introduzione di una cabina di regia per sbloccare i dossier per la costruzione di nuovi stadi“.

“La Serie A vuole una percentuale sulla raccolta delle scommesse da distribuire tra i campionati in base alle puntate ricevute e da spendere per infrastrutture e giovani. Magari con l’abolizione del divieto di sponsorizzazione. Chiede il ripristino del decreto Crescita: costerebbe allo Stato 60 milioni all’anno. Altri 60 li chiede per il prolungamento delle deduzioni per il professionismo femminile. In più il riconoscimento facciale per la sicurezza negli stadi: costo zero per lo Stato, non per la privacy dei cittadini“.

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