Baroni (M5S): “Lo Stato non può contrastare e incentivare allo stesso tempo il gioco d’azzardo”

(Jamma) “Come può lo Stato prevedere, da un lato, l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle prestazioni di prevenzione e cura rivolte alle persone affette da G.A.P. e, dall’altro, incentivare il gioco d’azzardo in maniera incontrollata”. A chiederlo il deputato del M5S Massimo Enrico Baroni in Commissione Affari sociali della Camera in occasione ieri della discussione delle proposte di legge Binetti, Binetti, Fucci e Mongiello sulla prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico.

Dopo aver annunciato la presentazione di una proposta di legge recante disposizioni volte al contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo anche da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle, Baroni ha evidenziato come la trattazione di questo tema da parte della Commissione affari sociali della Camera costituisca un onore, per un verso, e compito estremamente difficile, per un altro, a causa dell’oggettiva difficoltà della materia e dell’interesse che essa suscita presso l’opinione pubblica.

“E’ apprezzabile – ha spiegato – il fatto che si registri una convergenza tra i diversi gruppi parlamentari sul tema in oggetto, tanto che la stessa proposta di legge presentata dal suo gruppo tiene conto delle altre proposte già assegnate alla Commissione, nonché di ulteriori suggerimenti provenienti soprattutto dalle associazioni che si occupano della cura dei soggetti affetti da dipendenza da gioco d’azzardo. Il ministro della salute pro tempore, Balduzzi, nel 2012 rilasciò alcune dichiarazioni relativamente al fatto di essersi scontrato con la lobby del gioco d’azzardo, portatrice di interessi economici enormi, tali da non poter essere facilmente sconfitti.
Il gioco costituisce uno dei settori nei quali si è maggiormente introdotta la criminalità organizzata, connessione che si viene a creare tra ricorso al gioco d’azzardo e usura. Da parte del mio gruppo sarà posta grande attenzione al tema delle relazioni che realisticamente possono venirsi a creare tra forze politiche, cui spetta il potere di approvare le norme in materia di contrasto al gioco d’azzardo patologico, e i Monopoli dello Stato, che gestiscono la filiera del gioco, al fine di scongiurare il rischio del generarsi di pericolosi conflitti di interesse. A mio avviso, il problema dei soggetti «malati» a causa del gioco è un problema di dipendenza e non di «discontrollo degli impulsi» e che, in quanto tale, non è curabile con la farmacoterapia bensì con una terapia adeguata, da affidare a determinate figure professionali”.

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