“Nel quadriennio 2020-2023 l’atteggiamento di fondo degli italiani rispetto al rischio si è caratterizzato per un elevato grado di stabilità e di equilibrio. Infatti se i soggetti che mostrano una specifica propensione al rischio rappresentano il 13% del campione, coloro che hanno un atteggiamento marcatamente prudenziale sono il 29%, con una netta prevalenza di coloro che pur non amando eccessivamente il rischio, rifuggono anche da atteggiamenti eccessivamente conservativi”. E’ quanto si legge nel quarto rapporto di ricerca SWG, realizzato in collaborazione con IGT, presentato a Roma nell’ambito dell’evento organizzato da Formiche dal titolo “Giocare da grandi. Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico 2020-2023”.

“Al di la dell’indice sintetico, tuttavia, emergono alcune interessanti tendenze potenzialmente contraddittorie tra loro che sarà importante seguire nei prossimi anni. Gli atteggiamenti di fondo più diffusi nella popolazione – prosegue la ricerca – sono:

  1. La percezione di saper gestire le situazioni di rischio, riconoscendo il limite da non valicare e fermandosi in tempo (75%, stabile nel
    tempo);
  2. Un atteggiamento generale di prudenza nelle scelte quotidiane. Lo scorso anno, in coincidenza con la massima percezione di crisi legata alla guerra in ucraina, questo atteggiamento era più alto di oltre 10 punti. Oggi scende al minimo del quadriennio (70%);
  3. L’idea che per raggiungere i propri obiettivi sia necessario prendere dei rischi (69%, ma anche in questo caso in discesa e con il valore più basso del quadriennio);
  4. La volontà di spostare sempre più in avanti i propri limiti (48%) e la consapevolezza di avere compiuto scelte azzardate nella propria vita (34%), entrambi in leggera crescita.

La fluttuazione osservata nella rilevazione del 2022, con una marcata crescita della tendenza alla prudenza nei comportamenti quotidiani è probabilmente da attribuire al quadro economico di quel periodo, dove era forte la preoccupazione di un aumento dei prezzi in relazione alla guerra in Ucraina.

In generale – evidenzia ancora la ricerca – il quadro che emerge dai dati mostra una tendenza generalizzata alla prudenza, che non esclude la possibilità di prendere rischi mirati per raggiungere obiettivi specifici, con la certezza di saper governare eventuali situazioni di criticità. L’affidamento che gli italiani fanno sulle proprie capacità di controllo, se da una parte potrebbe indicare un forte grado di consapevolezza e maturità, dall’altra potrebbe essere il segnale di una sottovalutazione dei pericoli reali e quindi di una più pericolosa esposizione ai rischi”.

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