“Noi rappresentiamo i quattro player più grandi del settore del gioco in Italia, con circa il 70% della quota di mercato in termini di raccolta e gettito. E’ la prima volta che una realtà del nostro mondo entra direttamente sotto Confindustria. La nostra industria vale qualche punto di Pil per il Paese e occupa diverse centinaia di migliaia di persone. Noi ci riteniamo soddisfatti del quadro generale del decreto di riordino del gioco online, come grandi industrie siamo infatti molto attenti alla tutela dei giocatori e delle fasce più deboli. Dato che una parte del decreto porta alle aziende a cui saranno affidate le concessioni la necessità di fare investimenti in tecnologia per la tutela dei giocatori e del gettito, non possiamo che essere d’accordo. Legalità, sicurezza e responsabilità verso i giocatori sono le linee guida che utilizziamo nella gestione delle nostre aziende. I 7 milioni ci sembrano una cifra che data l’ampiezza del mercato è adeguata agli obiettivi di finanza pubblica che si è posto il Governo. Siamo poi d’accordo anche sul fatto che quest’anno si avranno finalmente, dopo proroghe che arrivano dal 2016, le gare per le nuove concessioni. Per noi è fondamentale che appena finita la regolamentazione del gioco online, si passi a quella del retail, che rappresenta oltre il 50% della raccolta in Italia e non si può sganciare una distribuzione così importante dalla riforma complessiva del settore. Ci sono dei piccoli interventi che andrebbero apportati al testo presentato, in particolare uno riguarda il fatto che soggetti non concessionari non dovrebbero poter raccogliere gioco attraverso i siti web dei concessionari. Il famoso subappalto per noi è una distorsione del mercato”.

Lo ha detto il vice presidente di Agic, Michele Sessa (nella foto), in audizione in Commissione Finanze del Senato sul decreto di riordino del gioco online.

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