“Secondo i dati del 2021 forniti dal Libro Blu di ADM la raccolta del settore del gioco legale si attesta sui 44 miliardi di euro, con un contributo alla fiscalità di oltre 8 miliardi. Tutto l’indotto del settore alimenta 53mila imprese e altri 50mila posti di lavoro. Questi numeri, molto importanti, derivano da un autentico boom che ha riguardato AWP e VLT nel periodo compreso tra il 2006 e il 2016. Nel tempo c’è stato anche un considerevole aumento della tassazione. Un importante effetto negativo su questo settore del gioco lo ha avuto il periodo del Covid, con calo del fatturato e del gettito prodotto. Allo stesso tempo c’è però stata un’espansione del gioco online e del gioco illegale. Il payout delle AWP è stato abbassato di 9 punti percentuali in 6 anni. C’è stato anche un progressivo irrigidimento delle normative e il numero delle AWP, in 5 anni – dal 2016 al 2021 – è diminuito di quasi 160mila unità. Negli ultimi anni si è adottata una politica di tipo proibizionista e punitiva verso il settore e se lo scopo era quello di dissuadere gli italiani dal giocare non ha funzionato, come dimostra l’aumento della spesa nel gioco. L’unico effetto è stato che dal gioco legale fisico si è passati verso l’online e addirittura verso l’illegale. Questo, ovviamente, non è stato un passaggio neutro dal punto di vista della fiscalità e dell’indotto. E’ stata una politica che ha fallito nel suo obiettivo, legittimo o meno che fosse. Il fallimento c’è stato anche in termini economici e fiscali”.

Lo ha detto Daniele Scalea, presidente del Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli, intervenendo alla conferenza “Gioco legale: regole uniformi per garantire sicurezza, legalità e diritto”, organizzata dall’Istituto Milton Friedman presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati.

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