“Il distanziometro ha dimostrato nel tempo la sua inefficacia nel contrasto alla diffusione dei Disturbi da Gioco d’azzardo. In compenso la sua introduzione ha mandato nel caos molte amministrazioni comunali e aperto una vera e propria caccia alle streghe. Emblematica la situazione ancora esistente a Bologna, dove una serie di appelli da parte di alcuni cittadini ha costretto il Comune ad effettuare misurazioni al limite dell’assurdo.

Con il solo risultato di dipingere nuovamente le attività imprenditoriali legali, come fuorilegge.
Un’operazione ingiustificata, che ci ha costretti a replicare con una lettera aperta al direttore del giornale, pubblicata il 2 settembre, un mese e mezzo dopo l’articolo “incriminato”.

Non smetteremo di tutelare gli interessi collettivi come l’immagine delle imprese del settore, convinti dell’importanza del loro lavoro per contrastare le attività illegali e pericolose e tutelare tutti i consumatori”.

Così EGP FIPE, associazione degli operatori del gioco pubblico legale introduce la replica inviata ad una testata nazionale.

Di seguito il testo della lettera

Gentile direttore, leggiamo in questi giorni con interesse il dibattito sorto sulle attività delle sale per il gioco lecito nella città di Bologna.
Da presidente di EGP-FIPE ritengo doveroso intervenire.

Nel 2022 il 54% delle somme giocate in Italia è stato giocato online, poco più del 20% in sale specializzate.
Ci sembra dunque opportuno ragionare sulla reale efficacia del distanziometro, sempre più spesso riconosciuto come sostanzialmente inutile e poco adatto a contrastare il gioco patologico sia dalla ricerca medica, sia da quella sociale.

Per questo legislatori e opinione pubblica dovrebbero ripensare radicalmente l’approccio alla prevenzione, ricercando soluzioni più efficaci.

La nostra esperienza ci dimostra che le sale specializzate offrono strumenti realmente utili per responsabilizzare i consumatori, riconoscere le situazioni di compulsività e stabilire canali efficaci di contatto con i servizi di cura.
Sono luoghi nei quali esiste personale specializzato, è ferreo il controllo all’accesso, vi sono ampi spazi e numerose dotazioni tecnologiche dedicate al controllo ed alla comunicazione.
La nostra proposta è quella di applicare, per le sale specializzate, il “Registro di autoesclusione”, misura riconosciuta efficace a livello internazionale che, regolamentando con il suo funzionamento il controllo di accesso alle sale, garantirebbe anche il rispetto del divieto di gioco minorile.

È bene ricordare come il gioco in denaro sia da sempre interesse della “vera” illegalità, quella di organizzazioni criminali capaci di utilizzare le nuove tecnologie per piazzare giochi e scommesse prive di ogni controllo in dispositivi elettronici collocabili, paradossalmente, perfino all’interno degli stessi “luoghi sensibili”. Il presidio che possono assicurare le imprese affidatarie di concessioni e autorizzazioni pubbliche è, dunque, esso stesso garanzia di legalità. Firmato Emmanuele Cangianelli, presidente EGP FIPE.

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