“L’Agenzia ha ben chiaro che bisogna bilanciare due interessi concettualmente contrapposti, da un lato tutela della salute e dall’altro il riconoscimento della materia del gioco pubblico ai fini del gettito erariale. Tutti gli strumenti saranno orientati a realizzare questo contemperamento. In merito ai 7 milioni di euro per partecipare al bando del gioco online va premesso che l’Agenzia ha tenuto conto sia dei dati di mercato noti riguardo all’effettiva redditività delle concessioni di gioco online oggi attive, sia della conseguente possibilità di una riduzione del numero complessivo delle concessioni attive, eventualità quest’ultima dotata di un proprio valore aggiunto. Il settore del gioco online, infatti, esige ormai investimenti molto consistenti, che solo un’imprenditoria solida e strutturata si può permettere. Si stima che nonostante l’incremento dell’una tantum la remuneratività della concessione consentirà il rilascio di circa 50 concessioni, con conseguente acquisizione di circa 350 milioni di euro di gettito, di cui circa 200 milioni all’atto dell’aggiudicazione e 150 milioni all’atto dell’effettiva assuzione del servizio da parte dell’aggiudicatario. La stima è stata realizzata in via prudenziale al fine di quantificare le maggiori entrate derivanti dall’entrata in vigore del decreto legislativo. L’ammortamento dell’unta tantum di 7 milioni sui 9 anni di concessione, unito al canone di concessione, avrebbe un’incidenza sul margine netto di circa il 3,2% annuo per l’operatore più grande, fino al 5% annuo per circa 20 operatori, portandosi al 10% annuo solo per operatori molto piccoli e arrivando al 30% del margine netto annuo per l’attuale cinquantesimo operatore per raccolta. La stima è stata effettuata sui compensi relativi all’anno 2022, con un mercato che nel frattempo è cresciuto del 13% in ragione d’anno. Con l’eventuale riduzione dell’una tantum a 3,5 milioni di euro il gettito complessivo resterebbe invariato solo se gli aggiudicatari fossero 100, ossia addirittura più degli attuali concessionari. Inoltre, qualore si riducesse l’una tantum a 3,5 milioni di euro, utilizzando la stessa metodologia di stima, si ipotizza che possano partecipare alla gara circa 55 operatori. Un ulteriore ribasso dell’una tantum a 2,5 milioni porterebbe il numero degli operatori a 56. La diminuzione dell’una tantum non determinerebbe quindi un significativo incremento del numero degli operatori interessati, ma anzi comporterebbe la diminuzione delle entrate erariali. Gli introiti potrebbero infatti dimezzarsi nel caso dell’una tantum di 3,5 milioni e scendere del 60% in caso dell’una tantum fissata a 2,5 milioni di euro. Le valutazioni effettuate dall’Agenzia sono esclusivamente tecniche e si basano da un lato sui dati finanziari a disposizione e dall’altro sull’effettiva necessità di gestire un mercato che sia composto da operatori affidabili, in grado di offrire solidità finanziaria e di essere presidi antiriciclaggio e di tutela della salute”.

Lo ha detto il direttore generale dell’ADM, Roberto Alesse (nella foto), rispondendo ad alcune domande sul decreto di riordino del gioco online durante la sua audizione in Commissione Finanze del Senato.

“L’inserimento della norma relativa alla gara del Lotto nel decreto legislativo sul gioco – ha aggiunto Alesse – è opportuno in considerazione della scadenza della concessione in essere fissata al 30 novembre 2025, e della conseguente necessità di avviare tempestivamente la predisposizione degli atti di gara”.

Infine, in merito al poker online, Alesse ha parlato della liquidità internazionale e dell’accordo che l’Agenzia aveva firmato con le Autorità di regolazione del gioco con partecipazione a distanza di Francia, Spagna e Portogallo: “Dato che si paventata il rischio che la liquidità del gioco aperta tra i quattro paesi potesse diventare strumento di riciclaggio transnazionale, l’accordo venne poi bloccato dall’Agenzia e non fu mai portato a esecuzione. Secondo le nostre valutazioni tale nuova modalità di gioco non determinerebbe significativi incrementi delle entrate erariali e al contrario potrebbe comportare un serio rischio di riciclaggio”.

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