Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia della Commissione UE, ha risposto alla interrogazione dell’europarlamentare Morten Løkkegaard in materia di e-sport e tassazione.
“L’e-sport è un settore in rapida crescita e una parte importante della vita di molti giovani europei. In molti videogiochi, gli utenti acquistano, vendono o scambiano accessori e oggetti virtuali per i loro personaggi online, chiamati anche skin, in cambio di monete virtuali o valuta reale”, spiegava il deputato.
“Sfortunatamente, alcuni giovani giocatori sono soggetti a tasse irragionevoli quando vendono questi accessori virtuali online.
- 1.Perché l’attuale legislazione sull’IVA distingue tra oggetti virtuali e oggetti fisici reali quando questi vengono venduti?
- 2.In che modo le attuali norme IVA potrebbero influenzare il mercato a breve e lungo termine dei token non fungibili nell’UE?
- 3.Quali soluzioni prenderebbe in considerazione la Commissione per aggiornare la legislazione dell’UE al fine di garantire l’equità e norme simili per gli articoli virtuali e fisici, compresi gli NFT?”, concludeva sottoponendo gli interrogativi alla Commissione.
Gentiloni, rispondendo per conto alla Commissione ha spiegato che la direttiva sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) assoggetta all’IVA le cessioni di beni e servizi a titolo oneroso effettuate nel territorio di uno Stato membro da un soggetto passivo che agisce in quanto tale.
Per cessione di beni si intende il trasferimento del diritto di disporre di un bene materiale come proprietario e per prestazione di servizi si intende qualsiasi operazione che non costituisce cessione di beni.
In linea di principio, la vendita o lo scambio di oggetti virtuali in giochi online, tra l’altro in un gioco o tramite un codice, in cambio di monete virtuali o valuta reale costituisce una prestazione di servizi da tassare nello Stato membro del cliente.
Il regime speciale facoltativo che si applica alla cessione di beni usati è stato introdotto per tenere conto delle specificità dei soggetti passivi che commerciano beni e non può quindi coprire servizi come quelli in questione.
Tuttavia, i soggetti passivi possono beneficiare del regime speciale per le piccole imprese e, alle sue condizioni, essere esentati dagli obblighi IVA per le prestazioni di tali servizi.
Questo regime speciale è stato recentemente aggiornato e le nuove regole entreranno in vigore nel 2025.
La Commissione ritiene che le norme attuali rispettino il principio della neutralità fiscale. La loro più ampia applicazione ai token non fungibili sarà discussa in sede di comitato IVA al fine di fornire orientamenti agli Stati membri per garantire un’applicazione uniforme delle norme UE in materia di IVA.