Interventi sui giochi sì, ma niente foglie di fico

(Jamma) Nuovo intervento fiscale in vista su sigarette e similari ( parliamo delle sigarette elettroniche) . Ma stavolta (stranamente) le modifiche non puntano al rialzo e non andranno a pesare sulle tasche dei fumatori. Anzi, i ritocchi che il ministero dell’economia potrà, e intende apportare, saranno proprio finalizzati a non far aumentare i prezzi di vendita. È quanto prevede la bozza di dl omnibus approvata la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri. Il testo del provvedimento entrato all’esame dell’esecutivo concede al Mef la facoltà di manovrare, fino a un massimo dello 0,7%, le accise sui tabacchi e l’imposta di consumo sulle e-cig. L’obiettivo è la tutela del gettito erariale: il mercato del fumo sconta già un trend decrescente dall’inizio dell’anno ( -6%) e l’aumento dell’Iva scattato lo scorso 1° ottobre potrebbe gradualmente accentuare il fenomeno. Il governo insomma sembra essere piuttosto preoccupato per la tenuta delle entrate erariali e dopo una serie di aumenti sulle accise cambia decisamente rotta. L’aumento dei prezzi sui prodotti per il fumo, si legge ancora nella relazione al provvedimento, determina una contrazione delle vendite e, di conseguenza, – in una sorta di spirale – cali nei gettiti erariali complessivi.

Per attenuare, ovvero escludere questo risultato finale, l’intervento che viene proposto “punta su un meccanismo dinamico di intervento in via amministrativa volta ad immaginare variazioni delle aliquote di prelievo – a titolo di accisa ovvero di imposta di consumo – tali da incidere in modo positivo sulle dinamiche dei prezzi, comunque nell’ottica di frenarne la possibile crescita e, specularmente, di evitare contrazioni ulteriori sul lato della domanda.

Lo stesso governo che punterebbe a introdurre interventi di riordino dell’offerta di gioco pubblico ( tra cui una riduzione del numero degli apparecchi da gioco, l’introduzione di distanze di ‘sicurezza’ per i punti gioco così come prevede il decreto di Delega Fiscale e il totale ricambio del parco macchine esistente) sta pensando di intervenire per evitare che gli italiani si disaffezionino al fumo. E questo pur nella consapevolezza che i costi sociali legati a questo fenomeno siano di almeno 6 miliardi l’anno, ovvero il 7% del PIL, mentre il 30% dei giovani tra i 14- 18 anni è un fumatore abituale.

Ben vengano le preoccupazioni dei nostri politici per i danni legati all’offerta di gioco, per l’invasione delle slot, per i guadagni ‘ esorbitanti’ dei signori delle slot (come ormai vengono chiamati concessionari e gestori), ben vengano i buoni propositi contenuti nella delega fiscale e i decreti attuativi del famoso decreto legge Balduzzi, ma per favore almeno sforziamoci di dimostrare un po’ di coerenza. Il timore (alquanto fondato) è che giochi e slot finiscano per trasformarsi nell’ennesima foglia di fico utilizzata da un governo schizofrenico per nascondere tutte le sue debolezze, oltre che la sua debolezza.

E sui giochi?

Se sui tabacchi il governo sembra aver trovato una soluzione viene da chiedersi cosa succederà in materia di giochi visto che le entrate erariali (che includono varie imposte classificate come imposte sia dirette sia come indirette, da gennaio a ottobre 2013, hanno registrato un calo dell’11,3%, ovvero 610 milioni di euro. E questo nonostante le imposte applicate alla raccolta di gioco siano aumentate a partire dal 1 gennaio scorso, in particolar modo quelle applicate agli apparecchi da intrattenimento a vincita e alle Videolotterie.

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