
“Sono state rappresentate delle mie posizioni errate. Io sono contrario al Decreto Crescita perché ritengo che il calcio italiano meriti di più, attualmente se ne fa un’applicazione distorta, che genera disastri in termini d’impatto gestionale. Il calciatore è un bene strumentale nel calcio, come un capannone nelle imprese. E se diventa ammortamento, e la legge ti permette di fare rivalutazioni, diventa una copertura cosmetica dei nostri bilanci: questo mi terrorizza. Il calcio merita rispetto, ed è giusto rivendicare la tutela del diritto d’autore sugli eventi. Non è pensabile che il calcio generi 16 miliardi di scommesse e non abbia diritti”. Lo ha detto – come riporta Il Napolista – il presidente della FIGC, Gabriele Gravina (nella foto), nel corso del forum “Il calcio che l’Italia si merita” organizzato dal Corriere dello Sport.