Delega Fiscale ,Causi (Pd) : “Interventi su giochi importante passo per riregolazione del settore”

 

(Jamma)  ”In questa delega – lo voglio ricordare– i giochi entrarono l’anno scorso come elemento importante di funzionamento dell’amministrazione finanziaria. Si avviava una prima ipotesi di riregolazione del settore, ma su questo punto la sensibilità politica e la valutazione delle forze politiche si sono molto evolute da quindici mesi a questa parte.” E’ quanto dichiara l’onorevole Marco Causi, Pd, nel suo intervento alla Camera in sede di discussione delle linee generale del pdl di Delega Fiscale. ” In Commissione finanze abbiamo preso atto dell’esistenza di numerosi progetti di legge – 26 progetti di legge depositati in questa legislatura per la riforma del settore dei giochi – che avevano origine non tanto dagli obiettivi di regolazione finanziaria del settore, ma da obiettivi più generali connessi con i profili in tema di ordine e sicurezza pubblica, in tema di salute pubblica connessa all’esistenza di giochi pubblici.
La Commissione finanze si è fatta carico, soprattutto nelle ultime sedute, di avviare con questo testo una vera riforma del settore dei giochi, una riforma che io credo aspettavamo da quindici anni perché questo settore si è evoluto nel corso degli anni in modo molto disordinato, mai con una legislazione unitaria. Qui andiamo, quindi, a un testo unico, ma andiamo anche a una fase in cui con grande chiarezza il Parlamento dice che questo settore si è espanso troppo, si è espanso in modo troppo disordinato, che va concentrato, anche ridotto, che gli interessi erariali vanno tutelati con una riforma complessiva dei sistemi di payout e dei sistemi di tassazione, quindi del prelievo erariale unico, che l’obiettivo non deve essere più quello di espandere il sistema di giocate, ma invece di concentrarlo e di evitare che ci possano essere a valle del settore dei giochi fenomeni di impatto, sia sul piano sociale, sia sul piano della salute, sia sul piano anche dell’urbanistica delle città contro cui le nostre comunità si stanno ribellando.

Vengono introdotti rilevanti elementi di riforma, quale il titolo abilitativo unico, che supera l’attuale confusione in materia di titolo abilitativo all’apertura di un esercizio di gioco; viene introdotta la rilevante novità di un piano regolatore di tipo commerciale per stabilire la localizzazione dei punti vendita dei giochi, con piena responsabilità, quindi, dei comuni nelle decisioni di tipo localizzativo. Vi è, quindi una compartecipazione dei comuni al titolo abilitativo e una piena responsabilità dei comuni, invece, nella definizione della rete commerciale di vendita. Inoltre, vi sono norme più stringenti in materia di contrasto alla scarsa trasparenza, di conflitto di interesse, di valutazione dell’onorabilità e dei curriculum, non soltanto dei soggetti concessionari, ma anche di tutti quanti i soggetti che stanno a vale, che lavorano a valle dei soggetti concessionari.
Infine, vi è una serie di norme che tendono a rafforzare l’amministrazione pubblica, che troppo spesso è debole nel rapporto con i diversi tipi di poteri che lavorano e che operano in questo settore. Bisogna rafforzare, invece, l’amministrazione pubblica in tutti i quanti i contesti in cui esistano contenziosi, in tutti i contesti in cui esiste una necessità di sistemare il sistema delle concessioni esistenti e di andare verso un settore dei giochi meglio regolato, che garantisca il gioco pubblico – perché noi dobbiamo naturalmente garantire il gioco pubblico, non solo e non tanto per motivi erariali, ma anche per motivi di contrasto al gioco illegale –, ma un gioco pubblico che sia sempre più incentrato su operatori trasparenti, operatori concentrati, e con un ruolo, che finora è mancato in modo sistematico, da parte delle civiche amministrazioni, che non possono veder spuntare sul loro territorio come funghi esercizi e punti vendita, come è avvenuto, purtroppo, per effetto della disordinata legislazione degli ultimi anni, e che ci chiedono oggi un intervento di nuova e più moderna regolazione del settore.
Concludo dicendo che è un provvedimento, come molti di noi sanno, su cui dietro ci sono almeno diciotto mesi di lavoro, cominciati, come il presidente Capezzone ha ricordato, con l’impegno molto forte del dottor Vieri Ceriani, direttore delle politiche fiscali della Banca d’Italia, poi sottosegretario alle finanze del Governo Monti, oggi consulente per le politiche fiscali del Governo Letta. Intorno a lui hanno lavorato tante persone, decine di persone, dal Viceministro Casero, sia nella precedente legislatura sia adesso, e due interi rami del Parlamento. Insomma, vi sono diciotto mesi di lavoro, un lavoro serio, lavoro concreto, un lavoro che porta a un provvedimento che può durare in vita molti anni. Il Governo deve essere veloce ad attuare queste deleghe – abbiamo messo anche delle date molte stringenti –, ma la natura di queste deleghe, il loro impatto sul sistema e la loro operatività possono dar luogo a un lavoro di anni; anni di lavoro per sistemare l’amministrazione finanziaria italiana, per renderla più moderna e per renderla in grado di contribuire ad un Paese che torna alla certezza del diritto, all’efficienza economica, all’equità e alla crescita.”

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