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All’indomani dell’audizione in commissione dell’amministratore unico del Casinò de la Vallée di Saint-Vincent, il consigliere regionale di Rassemblement valdotain ed ex assessore regionale con delega alle partecipate, Stefano Aggravi, ha scritto un post su Facebook riferito al collega Albert Chatrian (Alliance Valdotaine).

“Qualcuno punta nuovamente il dito verso la luna – si legge nel post – concentrandosi però proprio sul suo (solito) ditino. Facile fare oggi i conti in tasca ad altri, dimenticandosi però un bel pezzo della questione tra cui il fatto che se si è dovuti arrivare alla soluzione del concordato è perché prima i conti erano tutt’altro che floridi e certe soluzioni (come la famosa legge regionale 7/2017) hanno contribuito al dispendio di risorse pubbliche, così come le tante consulenze, gli ‘strani’ accordi commerciali con società che in tempo di crisi lanciavano comunicati stampa su possibili disponibilità di acquisto della casa da gioco”.

“Caro ‘ditino’ – prosegue Aggravi – quanti soldi sono stati spesi in questi anni? Quanti guru locali e forestieri sono andati e venuti con la soluzione in tasca portando i conti a dove ben sappiamo? Facile oggi dire ‘si sarebbe potuto fare altrimenti’. Eh si, bastava qualche euro pubblico in più, vero? Facile oggi dire che ‘un concordato che paga al 100%, che concordato è?’, ma le procedure straordinarie non nascono per portarsi a casa ‘uno sconto’ sul debito, bensì per risanare le aziende e si sa che in Italia spesso l’attivazione dei concordati arriva in ritardo e su aziende prossime alla liquidazione, perché non leggere i dati per quello che sono? Facile oggi dire e fare i professori, ma mi chiedo dove erano lorsignori quando i conti erano in rosso e l’azienda rischiava seriamente di fare la fine di un altro ben famoso casinò italiano?”, conclude il consigliere.

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