Il deputato Vito de Palma ( FI) ha presentato in Commissione Finanze una interrogazione in riferimento alla disciplina dei canoni previsti per le concessioni demaniali turistico-ricreative a carico delle imprese esercenti attività di spettacolo viaggiante e luna park. 
  De Palma ha segnalato che a partire dal 2020 le tariffe minime per le occupazioni demaniali sono praticamente decuplicate raggiungendo l’importo di euro 3.377, 50 euro. 
  Pertanto chiedeva di sapere «quali iniziative intenda assumere il Governo in merito all’aumento dei canoni demaniali per le imprese dello spettacolo viaggiante», nonché «se non sia applicabile anche a questo settore il comma 4 dell’articolo 3 del decreto-legge n. 400 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494» il quale dispone che «i canoni annui relativi alle concessioni demaniali marittime, anche pluriennali, devono essere rapportate alla effettiva utilizzazione del bene oggetto della concessione se l’utilizzazione è inferiore all’anno, purché non sussistano strutture che permangono oltre la durata della concessione stessa». 
  Al riguardo, l’Agenzia del demanio – come ha spiegato il Sottosegretario al Mef Albano- ha comunicato che la materia dei canoni demaniali marittimi esula dalle proprie competenze involgendo, piuttosto, quelle del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero del turismo ai quali il quesito andrebbe correttamente rivolto. 
  In ogni caso, si rappresenta che, in relazione all’applicazione della disciplina di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 494 del 1993, giova far presente che le attuali disposizioni normative (codice della navigazione e relativo regolamento di esecuzione, articoli 104 e 105 decreto legislativo n. 112 del 1998, decreto-legge n. 400 del 1993, Titolo V della Costituzione) delineano un quadro di competenze che vedono incardinata in capo agli Enti Territoriali (Regioni e Comuni) la gestione dei beni demaniali marittimi con tutte le attività connesse, inclusa la quantificazione dei relativi canoni concessori, lasciando in capo allo Stato (MIT, Agenzia del demanio eccetera) la cura degli aspetti dominicali e la riscossione coattiva degli eventuali mancati introiti.

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