E’ scontro nel Comune di Ancona sulla modifica della legge regionale riguardante la ludopatia. La giunta regionale ha cambiato alcuni punti del testo promulgato nel 2017, tra cui la distanza delle sale slot e dei luoghi di vendita di Gratta e Vinci, e gli orari in cui consentire quella tipologia di giochi. A tal proposito la consigliera Dem, Susanna Dini, ha chiesto una commissione specifica che ieri si è riunita alla presenza delle associazioni sindacali, dei tabaccai, dei consumatori e della parte sociale e sanitaria. Lavori, come spesso accade ultimamente, dove non sono mancati momenti di tensione. Alla fine la mozione che si riproponeva di suggerire eventuali contributi da parte del capoluogo delle Marche nei confronti della giunta regionale è stata bocciata dalla maggioranza, riunita nelle due commissioni IV e VIII che dovevano discutere le norme per la prevenzione e il trattamento del gioco patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network. E’ quanto si legge su ilrestodelcarlino.it.

“La distanza e gli orari del gioco sono misure anacronistiche, non servono a nulla – hanno posto l’accento il rappresentante della Federazione dei Tabaccai di Ancona, Aurelio Fazi e Paolo Gioacchini di As.Tro. –. Non è con i metri che si combatte la ludopatia, serve un’azione coordinata e intelligente, servono informazione, formazione e prevenzione”.

Sul fronte politico Jacopo Toccaceli (Fratelli d’Italia) ha riassunto e difeso le modifiche alla legge impostate dalla Regione con un concetto contestato: “Il settore, nel suo complesso dà posti di lavoro e crea ricchezza. I tabaccai pagano le tasse e il primo contrasto al fenomeno lo fanno loro contro la malavita. La distanza serve a poco, giocare è una libertà personale come bere un bicchiere di vino”.

Netta la posizione del Partito democratico: “I punti nodali della nuova legge regionale approvata a luglio 2023 che noi non approviamo, sono due: le distanze e gli orari. Cambiano le distanze dai luoghi sensibili, scuole, università, istituti di credito, ospedali, ridotte da 500 a 300 metri e viene tolta ai Comuni la possibilità di individuare altri luoghi sensibili. Cambiano gli orari in cui gli apparecchi dovevano restare spenti, da 12 a 6 ore. Per noi sono modifiche completamente sbagliate. Censuriamo l’atteggiamento dell’assessore Caucci che su un tema così importante è arrivata tardi ed è andata via prima, liquidando l’argomento con la specificazione che il Comune continuerà a fare tutto quello che faceva prima”.

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