Tar Piemonte. ‘Non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale in materia di disciplina del gioco pubblico’
Per il Pdl, la copertura finanziaria per eliminare l’Imu arriva dal gioco
(Jamma) Con 24 voti favorevoli su 34 il Consiglio comunale di Genova ha approvato ieri il regolamento sulle slot machine. Un impianto che discende direttamente dalla legge regionale in vigore e che restringe ancora le possibilità di installare apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro nei locali pubblici, in bar, tabaccai e nelle sale da gioco, con il rischio di blocco o mancato rinnovo delle licenze. I baristi sono inviperiti per le possibili conseguenze economiche del regolamento.
«Noi togliamo le macchinette, ma Tursi mi abbassi le tasse, altrimenti con la crisi rischiamo il ko», era la loro proposta. Respinta dall’assessore allo Sviluppo economico, Francesco Oddone. «Non possiamo premiare chi toglie le macchinette, penalizzeremmo quelli che non le hanno mai avute», ha spiegato ieri in aula. «L’assessore non capisce che chi non ha messo le slot non lo ha fatto per scrupoli morali ma perché non lo riteneva necessario né adatto alla sua clientela», s’infuria Groppi.
I consiglieri di opposizione esprimono perplessità; Lega Nord e Udc si astengono, considerano il regolamento confuso, contraddittorio, controproducente. Astensione anche per Enrico Musso e il suo gruppo, che prefigura conflitti e ricorsi. Si astiene anche il Pdl, che invita il Comune a demandare alla politica nazionale. Il Consiglio procede a rilento, in un groviglio di ordini del giorno ed emendamenti in cui persino il presidente, il veterano Giorgio Guerello, rischia di perdersi.
La delibera passa dopo quasi cinque ore: 24 voti a favore (Pd, Sel, FdS, Cinque stelle, Lista Doria) su 34 presenti, con ulteriori giri di vite su orari di apertura e distanza da “compra oro” e agenzie di prestiti. Le norme sono attive da subito.
