Bergamo aderisce al manifesto no slot

(Jamma) «Bergamo aderirà al manifesto di sindaci contro il gioco d’azzardo». Lo hanno annunciato l’assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti e il sindaco Franco Tentorio nel corso della conferenza organizzata da Asl e L’Eco di Bergamo sulla ludopatia. Lunedì 1° luglio, dunque, l’argomento verrà affrontato in Consiglio comunale e poi potrà partire l’adesione ufficiale. «L’amministrazione – ha dichiarato il primo cittadino – è fortemente impegnata in questa battaglia. Lo dimostra anche che abbiamo portato il tema nell’aula del Consiglio che è per eccellenza il luogo più importante della democrazia locale».

Il primo cittadino ha però voluto evidenziare che, nonostante l’impegno profuso, sono gli enti legiferanti a dover intervenire: «È necessario che Regione e Governo si attivino e approvino norme precise che oramai si sono rese indispensabili». L’appello è stato condiviso da tutti i partecipanti a quello che doveva essere l’ultimo incontro di questa campagna: ma il direttore generale dell’Asl di Bergamo, Mara Azzi, e il direttore de L’Eco di Bergamo, Giorgio Gandola, promotori dell’iniziativa che ha già interessato Romano e Albino, hanno rinnovato la loro disponibilità a ripartire con un altro ciclo di conferenze dopo l’estate.

Mara Azzi ha sottolineato il ruolo dell’azienda sanitaria locale nel contrasto di tutte le malattie e quindi anche della ludopatia: «La funzione dell’Asl – spiega – è quello della prevenzione. Ecco perché uno dei servizi che proponiamo è quello del Dipartimento delle dipendenze. L’azzardo legalizzato sta facendo aumentare le persone che si rivolgono al Sert, ma il numero resta sempre troppo basso». Secondo Azzi per arrestare la diffusione della malattia del gioco è necessario «contrastare la pubblicità e agire sull’informazione in modo di arrivare a più persone possibili e far capire quali sono i rischi di slot e simili».

L’assessore alle Politiche sociali Leonio Callioni, in qualità di presidente del consiglio di rappresentanza dei sindaci che ha già firmato il manifesto, ha evidenziato il suo sconcerto rispetto alle mancanze del Governo («non è possibile sfruttare la debolezza delle persone per fare cassa») e sottolineato l’importanza «dell’elemento culturale. Da qui può partire la reazione della società civile a portare lo Stato a legiferare. Anche i bambini possono avere un ruolo importante nelle famiglie, lo abbiamo già sperimentato con il tabagismo. Possono farsi portatori di valori contrari al gioco».

Della stessa opinione Paolo Donadoni, responsabile del Sert di Bergamo: «Tra i vari progetti che mettiamo in atto ci sono anche attività scolastiche che sviluppano le capacità di protezione dei bimbi». Don Claudio Visconti, direttore della Caritas Diocesana bergamasca, ha ricordato che la battaglia contro l’azzardo deve essere globale: «Il gioco deve essere affrontato da tutti i punti di vista. Non è solo un business e un peccato. È una malattia della libertà e per contrastarla bisogna andare a toccare i cuori delle persone».

Articolo precedenteDelega fiscale. Sui giochi, stretta in tema di trasparenza e requisiti soggettivi dei concessionari
Articolo successivoRibera: niente tributi comunali a chi elimina le slot