Il TAR della Calabria ha accolto il ricorso di un esercente di Vibo Valantia contro il provvedimento con il quale la Questura ha disposto la revoca della licenza, ex art. 88 TULPS, per esercitare attività di raccolta di scommesse sportive in quanto ritenuto “abituale ritrovo di individui pregiudicati e/o con pregiudizi di polizia e di persone pericolose“.

La Questura di Vibo Valentia aveva adottato il provvedimento di revoca della licenza sul presupposto che, a seguito di attività di controllo “emergeva la presenza all’interno e nei pressi del locale di cui sopra di persone penalmente censite per gravi reati, insieme a soggetti destinatari della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla PG della misura di prevenzione dell’avviso orale del questore e della libertà controllata”; • la predetta circostanza faceva desumere che “l’esercizio commerciale …. è[ra] abituale ritrovo di individui pregiudicati e/o con pregiudizi di polizia e di persone pericolose”. Veniva perciò adottato da parte del Questore un provvedimento di sospensione della Licenza per la durata di 15 giorni ai sensi dell’art. 100 TULPS;

su analoghe motivazioni, già precedentemente la Questura aveva disposto una sospensione della licenza per n. 15 giorni.

Per il TAR però, ripercorrendo i fatti, il provvedimento si limita a riallineare la tempistica della sospensione agli effetti del provvedimento cautelare monocratico disposto nel giudizio avverso il diverso provvedimento sospensivo. In conclusione, manca il presupposto della “ripetizione” dei fatti che avevano già dato luogo alla sospensione della licenza.

Articolo precedenteGazzetta Ufficiale, pubblicato il decreto di riordino del gioco online
Articolo successivoUK, bet365 sanzionata di oltre 582mila sterline per carenze nei controlli su antiriciclaggio e sicurezza del gioco